Il tema non è semplicemente "storico", quanto fiscale: in molte Regioni il titolo permette l'esenzione del pagamento del bollo
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Si va verso un giro di vite per le auto storiche in Italia. E' atteso infatti per settimana prossima a Montecitorio l’emendamento “auto storiche”, all’interno del Ddl 1435 "Interventi in materia di sicurezza stradale e delega al Governo per la revisione del codice della strada". La norma punta a portare sotto il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture procedure, requisiti e titolarità per il riconoscimento di queste particolari vetture, che al momento sono certificate, per auto con più di 20 anni, da enti privati, a fronte di un'autocertificazione e del pagamento di una quota. Il tema non è semplicemente "storico", quanto fiscale: il titolo di "auto storica" permette l'esenzione del pagamento del bollo e la riduzione dell'Rc Auto e sotto questa dicitura si trovano sia vetture da collezionisti, che raccontano il passato dell'automobilismo, sia vetture semplicemente vecchie, ancora utilizzate anche quotidianamente nonostante non dispongano di moderni sistemi di sicurezza, l'airbag su tutti, e magari inquinino pure più dei modelli moderni.
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A rilasciare il certificato, come previsto dal codice della strada del 1992, sono i club Lancia, Fiat, Alfa Romeo e l'Asi, l'Automotoclub storico italiano. Bisogna che la vettura sia in uno stato di conservazione originale o restaurato secondo criteri storici. La legge finanziaria del 2000 aveva previsto che tutte le auto oltre i 30 anni non avrebbero pagato il bollo, mentre per quelle tra i venti e i trent'anni doveva essere stilata una lista chiusa di modelli con tre caratteristiche, ovvero che fossero fuori serie, utilizzate per uso sportivo, oppure che comunque avessero caratteristiche stilistiche tali da essere considerare storiche. Lista che non venne mai completata, per cui di fatto tutte le auto ben conservate con almeno 20 anni possono ambire al certificato di interesse storico, che viene poi registrato sul libretto circolazione dalla Motorizzazione.
Secondo i dati della Motorizzazione, a fine 2022 i veicoli aventi più di 20 anni erano 16.146.684 e quelli con la certificazione sul documento di circolazione 148.882. Un bel numero, destinato a crescere di anno in anno.
A chiedere di "sanare questa anomalia" con l'affidamento a professionisti, è il presidente della Camera arbitrale internazionale, Rocco Guerriero, alla luce di tante liti giudiziarie promosse dai vari proprietari di veicoli storici ma anche da alcuni enti contro l'Asi, l'Automotoclub storico italiano, ente riconosciuto dall'articolo 60 del Codice della strada, in occasione della revisione prevista quest'anno.
La Motorizzazione, a cui viene comunicato il rilascio della Certificazione, insieme con l'Aci, spiega Guerriero, potrebbero verificare la storicità delle vetture e se proprio tutte possono godere di benefici. "Chiedere una maggiore professionalità significa innalzare la qualità del mercato e tutelare i collezionisti - evidenzia il presidente Rocco Guerriero -. I veicoli d'interesse storico e collezionistico sono vere e proprie opere d'arte ed è necessario, ed è quello che chiediamo - che la loro rilevanza storica venga acclarata da professionisti con dei requisiti ben definiti e un percorso di studi ben strutturato".