Una donna malata avvolta in una bandiera tricolore e una richiesta di aiuto: "Vogliamo una Sanità uguale per tutti: campagna shock della Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri
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Una donna malata di tumore avvolta in una bandiera tricolore e una richiesta di aiuto: "Italia non abbandonarci. Vogliamo una Sanità uguale per tutti". E' l'immagine che appare sui manifesti della campagna promossa dal presidente della Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, Filippo Anelli, in risposta alle richieste di autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia. "Il rischio è di gravi ricadute sulla salute dei cittadini", spiega.
Il messaggio è chiaro: "No a un regionalismo che divide" e che rischia di avere "gravissime ricadute sulla salute dei cittadini". Così Anelli ha promosso una campagna shock per mettere in guardia dai pericoli dell'autonomia, con manifesti che saranno affissi a Bari e nelle prossime settimane nelle altre città d'Italia, da nord a sud. La donna dei cartelloni, in trattamento chemioterapico, rivendica un diritto: "La salute è un diritto di tutti", con tanto di hashtag #SìalSSN, per richiamare il Servizio sanitario nazionale e i suoi valori di equità, uguaglianza e solidarietà.
L'iniziativa, spiega sempre il presidente della Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, "esprime la preoccupazione dei professionisti della salute di fronte a una riforma poco trasparente e i timori che possa minare il principio di solidarietà e il Ssn nel suo complesso. Si tratta di un percorso legittimo ma che sarà deciso dalla trattativa governo-Regioni, con accordi al momento secretati e senza possibilità di modifiche da parte del Parlamento, che potrà solo approvare o respingere il testo - aggiunge Anelli in riferimento al processo delle autonomie differenziate -. È bene allora che ci sia maggiore trasparenza sui contenuti".
Il timore, avverte, "è che il passaggio delle competenze sanitarie e delle relative risorse dallo Stato alle Regioni, facendo saltare il fondo sanitario nazionale e i suoi meccanismi di ripartizione, neghi de facto il Ssn e la sua capacità di garantire il principio di solidarietà". I medici esprimono preoccupazione anche sui percorsi formativi e paventano il rischio di avere difformità di trattamento a livello contrattuale. Un'altra preoccupazione è legata poi alla possibile introduzione di meccanismi di assistenza basati su assicurazioni a carico dei cittadini.