"Un politico di sinistra ha contribuito a 'comprare' gli ovociti di una donna e il corpo di una madre per far 'fare' un figlio biologico del proprio compagno e intestarsene a sua volta la paternità legale e politica"
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Il quotidiano dei vescovi, "Avvenire", interviene sul caso del figlio di Nichi Vendola. "Il triste mercato dell'umano cresce, e ha ingressi di destra e di sinistra. Si smetta di chiamarli diritti" scrive il direttore Marco Tarquinio che punta il dito contro "il linguaggio politicamente corretto usato in particolar modo dai notiziari del servizio pubblico radiotelevisivo. Un fenomeno impressionante di camuffamento della dura realtà".
Una realtà, prosegue il direttore di "Avvenire", fatta di "cosificazione di una madre senza nome, senza volto e ridotta a pura esecutrice di un contratto padronale".
Rispondendo a un lettore che sottolineava la natura di "legge per ricchi e potenti" sulle unioni gay e sulla possibilità di adottare figli, il direttore del quotidiano cattolico replica: "Non tutte le persone omosessuali sono ricche e potenti, ma tutte le madri surrogate 'acquistate' da coppie eterosessuali od omosessuali sono povere e senza potere".
E tornando a Vendola, sottolinea come quel "contratto padronale" sia stato "siglato da un politico di sinistra che ha contribuito a 'comprare' gli ovociti di una donna e il corpo di una madre per far 'fare' un figlio biologico del proprio compagno e intestarsene a sua volta la paternità legale (all'estero) e politica (in Italia) in violazione di una legge anti-schiavista del proprio Paese".