"E' un'indagine, non una sentenza di condanna", ha spiegato aggiungendo che, se fossero individuate responsabilità, il padre "dovrà pagare".Renzi difende il ministro: "Non deve lasciare"
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"Se mio padre venisse indagato questo non avrebbe un impatto su di me. Questo lo dice la nostra Costituzione. E un'indagine non è una sentenza di condanna". Lo ha detto il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, parlando dell'inchiesta su Banca Etruria di cui suo padre è stato vicepresidente fino al commissariamento governativo. Sit-in dei consumatori davanti alla Consob.
"Mio padre perbene, ma se ha sbagliato pagherà" - "Credo che mio padre sia una persona perbene che ha accettato quell'incarico pensando di poter dare una mano, su questo non ho dubbi - ha aggiunto il ministro ospite di "Otto e mezzo" su La7 -. Se poi dovesse avere delle responsabilità dovrà pagare come tutti. Forse lui, che ha già pagato, è uno dei pochi che ha pagato".
"Il fatto paradossale - ha proseguito la Boschi - è che in una vicenda che vive il sistema bancario italiano e coinvolge altre banche, si continui a parlare solo ed esclusivamente di Banca Etruria".
"Governo ha fatto quello che doveva fare, tranquilli su mozione di sfiducia" - Ripercussioni del caso banche sul governo? "C'è una mozione di sfiducia. Il Parlamento deciderà sulla base di quanto il presidente del Consiglio dirà in Aula. Noi siamo tranquilli, il governo ha fatto quello che doveva fare". Lo afferma, ospite di Otto e mezzo, il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi.
Sit-in dei consumatori davanti alla Consob - Sono circa 300 le persone che stanno manifestando davanti alla sede della Consob per protestare contro il decreto Salva banche e la mancata vigilanza esercitata dall'Autorità di controllo dei mercati. La manifestazione è stata organizzata da Adusbef, Federconsumatori, e il Comitato vittime del Salva banche e vi prendono parte anche rappresentanti del Codacons. I manifestanti esprimono la loro rabbia con cori come "ladri, ladri", striscioni che paragonano le banche all'Isis e attacchi agli organi di vigilanza.