Il governatore della Puglia: evitare che normative speciali continuino a legiferare in modo retroattivo distruggendo la fiducia dei risparmiatori
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Il decreto sulle banche venete, è invotabile perché "tradisce i risparmiatori, abbandonando completamente al loro destino centinaia di migliaia di piccoli azionisti e di obbligazionisti subordinati e comporta per lo Stato un onere spaventoso e, nella sostanza, in larga parte non recuperabile". Lo ha affermato Michele Emiliano, governatore della Puglia e sfidante di Matteo Renzi al congresso del Pd.
In una lettera al governo e ai parlamentari Pd, Emiliano apre così un nuovo fronte nel partito, avvertendo Renzi della sua iniziativa "cui altre ne seguiranno in sede parlamentare" con l'obiettivo "di evitare che normative speciali continuino a legiferare in modo retroattivo distruggendo la fiducia dei risparmiatori, degli investitori e in genere delle persone per bene nei confronti delle nostre istituzioni finanziarie e ancor prima del Partito Democratico".
"Io credo - sostiene il governatore pugliese - che, di fronte alle gravissime conseguenze sopra ricordate, il Partito Democratico abbia la responsabilità di chiedere al ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan di spiegare le ragioni che hanno condotto il governo Gentiloni a presentare senza alcun confronto preventivo il decreto legge al Parlamento con una sorta di ricatto implicito: 'approvarlo così oppure salta tutto'. Questo è inaccettabile e la responsabilità non è certo di Banca Intesa trascinata dal Ministero dell'Economia, fuori tempo massimo in questa condizione".
La richiesta "in mancanza di un'interlocuzione trasparente" è "di valutare l'ipotesi di fermare il Decreto Legge 99/2015 e di riaprire con l'Europa il confronto sull'intervento di ricapitalizzazione precauzionale anche di fronte a una condizione chiaramente diversa delle banche venete rispetto al Mps".