"La gente era stanca della politica deleteria di Obama, per questo ha votato il tycoon", spiega il presidente di FI, che parla anche di referendum: "Dopo la vittoria del No, proporzionale e voto"
"Alcune analogie sono evidenti ma la mia storia imprenditoriale è diversa da quella di Donald Trump". Lo afferma Silvio Berlusconi guardando agli Usa. Il presidente di Forza Italia spiega che "anche io come lui sono sceso in campo per il mio Paese", ma "io non sono la destra" bensì "rappresento un centro liberale e popolare". Sul referendum, poi, Berlusconi ribadisce: "Dopo la vittoria del No, servirà proporzionale e voto".
L'opinione su Donald Trump - In un'intervista al Corriere della Sera, il leader di FI spiega: "Rappresento un centro liberale e popolare, nel quale sono confluite le migliori tradizioni politiche del nostro Paese: da quella cattolica a quella del socialismo riformatore". "Per quanto valgono queste definizioni politiche, e credo valgano sempre meno, il mio ruolo è stato e continuerà ad essere questo". Quanto alla linea economica di Trump, "ci sono molte analogie e alcune differenze fra il programma presentato dal presidente degli Stati Uniti e il nostro: è apprezzabile la politica fiscale annunciata, così come l'accento posto sul controllo dell'immigrazione e sulla legalità. Non sono invece condivisibili le scelte protezionistiche e le tentazioni isolazionistiche che ha espresso. Però la politica mi ha insegnato che i leader non si giudicano sui programmi, si giudicano sui comportamenti. Lo vedremo all'opera". Con lui si inaugura un "tempo nuovo" e la risposta può essere "una nuova offerta politica liberale, contro lo statalismo, contro l'oppressione burocratica, contro l'oppressione fiscale".
"La gente lo ha votato perché erano stanchi" - "Trump è stato votato da tutti gli americani stanchi di una politica vecchia, chiusa in se stessa, diventata incapace di ascoltare e capire. Una politica che ha commesso l'errore tipico delle sinistre di tutto il mondo, quello di pensare che il politicamente corretto sia il modo di stare vicino ai bisogni della gente". Analizzando ancora il voto americano afferma: "Sono convinto che Hillary Clinton abbia pagato il suo essere un elemento di continuità con gli otto anni di Obama e dell'establishment di Washington. Obama ha commesso molti errori, specie in politica internazionale. Dall'incoraggiamento delle cosiddette primavere arabe, all'inefficace contrasto all'integralismo islamico, fino alle controproducenti tensioni con la Russia". "La gente era stanca e per questo lo ha votato, ora però lasciamolo lavorare".
"Referendum, dopo la vittoria del no alle urne" - Tornando alla politica italiana, il presidente di Forza Italia ribadisce: "Dopo il referendum, con la vittoria del No, ci dovremo porre un solo problema: quello di far andare al più presto il Paese alle urne, con un sistema elettorale condiviso che possa funzionare davvero". Berlusconi chiede "una legge elettorale proporzionale a turno unico per una ragione che mi pare evidente: la realtà politica italiana è cambiata. Un tempo esistevano due poli, ora ne esistono tre. Vent'anni fa votava l'80% degli italiani, e allora un sistema maggioritario aiutava il polo vincitore ad avere numeri sicuri per governare. Ma il vincitore rappresentava la maggioranza degli elettori, o ci andava molto vicino. Oggi invece ognuno dei tre poli rappresenta circa un terzo dei votanti. E i votanti sono la metà degli aventi diritto al voto. Quindi un sistema come l'Italicum - nel quale chi vince piglia tutto - avrebbe come effetto che un partito o uno schieramento con il 15-20% del consenso effettivo potrebbe tenere in mano tutte le leve di governo del Paese".