"Reddito di cittadinanza incentivo a licenziare"

Berlusconi: "Il governo Conte è mediocre e peggiorerà" | E lancia il progetto politico "l'altra Italia"

"Prepariamoci a tornare al governo. La bolla di consenso per questo esecutivo si sgonfierà molto presto. Questo Paese ha bisogno di noi"

26 Lug 2018 - 16:56
 © ansa

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"Per governare bisogna avere un'idea chiara di dove si vuole andare, non basta dire che fino a oggi si è seguita la strada sbagliata. L'azione del governo Conte fin qui è stata di assoluta mediocrità ed è destinata a peggiorare". Lo afferma Silvio Berlusconi all'assemblea di Forza Italia. "Un terzo degli italiani non arriva a fine mese. Non si risolve nulla con il reddito di cittadinanza, sarebbe un incentivo alle imprese per licenziare", aggiunge.

A Salvini: "Blocchi il decreto dignità" - Il leader di Forza Italia rivolge il suo appello a Salvini e dice: "Io spero ancora che la Lega ci aiuti, anzi rivolgiamo un accorato appello a Salvini per bloccare queste norme, in nome delle aziende, dei produttori, dei lavoratori, degli artigiani, dei commercianti, degli agricoltori, che non hanno davvero bisogno di altre difficoltà da aggiungere alle tante con cui combattono ogni giorno".

Il vicepremier: "Io non blocco nulla" - Immediata la risposta del ministro dell'Interno, che replica: "Io non blocco nulla, lavoriamo per migliorare". E aggiunge: "Lavoreremo a lungo bene. Non è mia intenzione tornare a votare, perché gli italiani hanno già votato poco tempo fa".

"Prepariamoci per il ritorno al governo" - Berlusconi ssorta poi gli eletti del suo partito a "prepararsi al momento in cui dovremo di nuovo assumerci importanti responsabilità alla guida del Paese" esortandoli così: "Siamo noi, non certo il Pd, la risposta al pauperismo e al giustizialismo, che rischiano di distruggere l'Italia, di riportarla indietro di decenni, ma che gli italiani non sopporteranno a lungo". E assicura: "Io sarò con voi in questa battaglia. Sarò in campo perché lo considero un dovere morale verso il mio Paese. Non è scomparsa l'Italia seria , onesta, perbene, concreta e laboriosa. Quella dei ceti produttivi, che lavora e vuole lavorare, che non crede nelle illusioni e nelle facili promesse, che non si attende dallo Stato la soluzione di tutti i problemi".

"L'altra Italia, casa politica degli italiani" - Berlusconi avverte: "Io credo che la bolla di consenso che oggi accompagna i partiti di governo si sgonfierà velocemente e la politica ricomincerà a correre, a contare e a farsi valere. Spero che la Lega se ne renda conto in tempo, ricostituendo anche a livello nazionale quell'alleanza di centro-destra che è la maggioranza naturale degli italiani. Quello sarà il nostro momento. Il momento di ridare una casa politica, un progetto serio, una speranza a quella che mi piace chiamare la 'nostra Italia', 'l'altra Italia'".

"L'esecutivo più a sinistra della storia" - "Siamo di fronte al governo più sbilanciato a sinistra della storia recente - dichiara Berlusconi -. Cosa succederà nei prossimi mesi? Per attuare le pericolose promesse dei grillini bisognerà sfasciare l'equilibrio dei conti pubblici, oppure imporre nuove tasse. Entrambe sono ipotesi devastanti per l'economia e il futuro del Paese".

Migranti ed Europa - Berlusconi interviene inoltre sull'emergenza migranti: "Abbiamo fatto e continueremo a fare il nostro dovere con senso di responsabilità verso gli italiani, ma proprio per questo possiamo dire esplicitamente che la fermezza contro gli sbarchi è necessaria ma non sufficiente, che alzare la voce in Europa può essere giusto solo a condizione di poterselo permettere e di avere degli alleati pronti ad aiutarci, a fare da sponda alle nostre richieste".

Le responsabilità della sinistra - "Non dobbiamo dimenticare però che l'ondata di immigrati irregolari che si è abbattuta sulle nostre coste non dipende affatto dagli accordi di Dublino, dipende dalle politiche concordate in sede europea dai governi della sinistra negli ultimi anni, per avere in cambio un po' di flessibilità sui conti pubblici".

"E' giusto anche chiedere all'Europa un atteggiamento diverso, chiedere di rivedere gli accordi di Dublino, che furono sottoscritti in un'epoca profondamente diversa, quando i numeri delle migrazioni erano tutt'altri e le rotte non erano solo quelle del Mediterraneo".

Ue da cambiare - Poi, a proposito di questa Europa, dice che "non ci piace. Ma vogliamo e dobbiamo cambiarla perché ne siamo parte, perché è la nostra famiglia, è la nostra cultura, è il nostro destino. Per affrontare questi compiti ci vorrebbe un'Europa diversa, in mano a statisti capaci di condividere le grandi idee e le grandi visioni dei padri fondatori. Un'Europa capace di una politica estera e di difesa comune perché consapevole di essere portatrice di valori e interessi comuni. Un grande spazio di libertà, governato dai cittadini, e non una sommatoria di egoismi nazionali governata da una burocrazia miope".

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