"Il premier ha scelto la strada dell'arroganza e degli annunci", dice il leader di Forza Italia in una intervista al Foglio
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"Sento dire spesso che Matteo Renzi si ispirerebbe in qualche modo a Forza Italia. Se questo è vero, allora devo dire che l'imitazione non gli è riuscita bene". "Somiglia più a Ciriaco De Mita che ad Aldo Moro". Lo afferma Silvio Berlusconi in una intervista per il ventennale del Foglio. Poi l'affondo all'M5s: "Su Grillo, dire che ripete molte parole d'ordine di Adolf Hitler, non era un'esagerazione polemica, era una constatazione tecnica".
"Renzi - prosegue il leader di Forza Italia - con noi non ha niente in comune se non la consapevolezza di dover cambiare il vecchio linguaggio della politica, solo che poi ha scelto la strada delle battute, dell'arroganza, degli annunci. "La sua è la versione 2.0 della vecchia teoria enunciata nel 'Gattopardo'".
Berlusconi, nel suo 'ventennnio' "dolceamaro", rivendica il "merito" di aver tolto dalla scena "la sinistra post comunista", di aver riunito "la maggioranza naturale degli italiani" intorno a "un centrodestra di governo", di aver fatto scoprire "il bipolarismo e l'alternanza di governo, sia pure imperfetta" e i "valori liberali".
Di contro "c'è sempre una magistratura di sinistra che condiziona pesantemente la politica, c'è il livello della tassazione, già altissimo e cresciuto ancora".
"In questi vent'anni - conclude - io ho una colpa della quale non mi do pace: non sono riuscito a convincere gli italiani a darmi il 51 per cento dei voti".