"Se io resto non lo faccio per motivi sentimentali, ma perché senza il Pd il centrosinistra non esiste", afferma l'ex segretario dem
© ansa
L'ex segretario Pd Pier Luigi Bersani prende le distanze dalla mini-scissione e dice: "Chi se ne va dal partito sbaglia". "Se io resto non lo faccio per motivi sentimentali, ma perché senza il Pd il centrosinistra non esiste", chiarisce. Parlando della legge di Stabilità, Bersani sostiene: "Ci sono errori ma anche del buono, come l'ammortamento al 140% sull'acquisto dei macchinari o il ritorno all'ecobonus".
Intervistato da Repubblica, Bersani afferma: "Mi chiedo come fanno altri a pensare di costruire il centrosinistra fuori dal Pd. La mia idea d'Italia sta qui. E se gli elettori abbandoneranno il partito, temo sia più facile che finiscano nelle braccia di Grillo piuttosto che in quelle di una sinistra che non è nel Pd".
Tornando sulla legge di Stabilità, dice: "Chi sa leggere la manovra, dalla Corte dei conti a Bankitalia all'ufficio parlamentare del bilancio, esprime garbatamente una preoccupazione: oggi si fa una scommessa ardita ma dal 2017 può essere rimesso in discussione il percorso di risanamento. Allora, se vogliamo discutere sul serio, esiste un solo modo per mettere in sicurezza i conti: prendere, nel 2016, almeno un pezzo del programma antievasione proposto dal Nens. Solo così, tra clausole di salvaguardia, sovrastima dei tagli e andamento del deficit, proteggi i conti pubblici".
Bersani poi incalza il premier Matteo Renzi: "Darsi un profilo è importantissimo, non ci si rafforza pescando qua e là". Sulla ripresa economica, "occorre togliere gli impedimenti alla crescita. Si fa con investimenti pubblici e privati, il lavoro viene solo da lì. L'altro aspetto è la disuguaglianza, quella impedisce la crescita vera. In Parlamento, adesso, rafforziamo ciò che c'è di buono e correggiamo ciò che è sbagliato".