La diffamazione contestata avvenne nel 2023. Ma l'ex segretario del Pd promette di andare fino in fondo: "Si possono definire anormali degli esseri umani?"
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"Sia chiaro che sulla querela del generale Vannacci andrò fino in fondo. Voglio andare al processo", così il dem Pierluigi Bersani commenta in una nota la vicenda che l'ha portato a una condanna per diffamazione nei confronti del generale ed europarlamentare della Lega.
La parte offesa (Vannacci) è stata avvisata formalmente della richiesta della procura di Ravenna di decreto penale di condanna nei confronti di Bersani. Al dem è stato inflitto il pagamento di una multa per diffamazione aggravata in merito alle affermazioni pronunciate alla Festa dell'Unità della città romagnola, il primo settembre 2023. In particolare, parlò di Vannacci definendolo "c...e".
"La mia domanda, ancorché in forma scherzosa ed evidentemente non diretta a offendere Vannacci ma a criticare le opinioni che esprime, era e resta vera e sostanziale: se cioè qualcuno, per di più con le stellette, possa definire anormali degli esseri umani, racchiusi in una categoria, senza che questo venga considerato quantomeno un insulto e non una constatazione. Se nell'anno di grazia 2024 si decidesse che è possibile ci sarebbe davvero di che preoccuparsi", dice ora Bersani.
Sul palco di Ravenna, infatti, Bersani commentava il libro bestseller di Vannacci "Il mondo al contrario": "Io ho letto solo i sommari. Quando leggi quelle robe lì pensi: sciogliamo l'esercito, sciogliamo le istituzioni, facciamo un grandissimo bar, il bar Italia. Mi resta una domanda: se in quel bar lì è possibile dare dell'anormale a un omosessuale, è possibile dare del c... a un generale?".
Dopo la querela di Vannacci, le verifiche della Digos della Polizia ravennate hanno riguardato anche altri eventuali interventi di natura analoga da parte di Bersani, che si è sempre difeso sostenendo di non voler offendere il generale e che quella frase fosse piuttosto una critica politica. Ora l'ex segretario del Pd può pagare la multa o impugnare entro quindici giorni il provvedimento di condanna pecuniaria. Il pm a quel punto dovrà istruire regolarmente il processo e chiedere o meno un eventuale rinvio a giudizio.