Per una discrepanza tra il calcolo effettuato dal Ministero di Economia e Finanza sui redditi del 2014 e i redditi di questi ultimi anni il 12,5% dei beneficiari deve "rimborsare" lo Stato
Tecnicamente è un errore di calcolo, e cioè una discrepanza tra il calcolo effettuato dal Ministero di Economia e Finanza sui redditi del 2014 e i redditi di questi ultimi anni. Discrepanza che spesso non è stata corretta dal contribuente che avendo ricevuto il 730 precompilato non avrebbe adeguato in maniera corretta gli importi. Risultato? Quasi un milione e mezzo di cittadini dovrà restituire il bonus degli 80 euro, e stavolta tutto insieme.
A sollevare la questione, con un'interrogazione parlamentare a novembre e una seconda a marzo, era stato il vicepresidente della Camera, in quota Forza Italia, Simone Baldelli, che oggi infatti torna alla carica: "Si tratta di un incredibile boomerang politico per un Governo che, in modo borioso e spregiudicato, ha pensato di poter facilmente guadagnare consenso dando soldi con una mano per poi toglierli con l’altra". E in effetti le cose stanno proprio così.
I numeri. Secondo una stima effettuata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) sui modelli di Certificazione Unica 2015, quindi relativi all'anno d’imposta 2014, sono stati 11,7 milioni di dipendenti e assimilati che nel 2014 hanno percepito il bonus di 80 euro direttamente in busta paga dal proprio datore di lavoro. Di questi devono rimborsare il bonus 1,4 milioni di contribuenti. In totale, i lavoratori hanno dovuto ridare all’Agenzia delle Entrate 320 milioni di euro: in pratica ha restituito il bonus il 12,5% di quanti lo hanno percepito: un caso su otto.
I beneficiari. Il bonus spetta a quanti hanno un reddito compreso tra gli 8mila – la soglia di incapienza, sotto cui non si pagano le tasse – e i 26mila euro. La richiesta la presentano i datori di lavoro, che devono determinare la spettanza del credito e il relativo importo sulla base dei dati reddituali a loro disposizione, come dice la stessa Agenzia delle Entrate. Ma può capitare che le imprese commettano un errore o che i dati reddituali a loro disposizione siano insufficienti per un calcolo preciso. E così il bonus è arrivato anche ai lavoratori sotto la soglia degli 8mila euro di reddito o sopra il limite dei 26mila euro. E ora tocca restituirlo.
I beffati. Sono tre categorie quelle che in pratica devono restituire il bonus: i dipendenti che hanno percepito un reddito superiore ai 26mila euro lord o inferiore agli 8mila; i lavoratori che hanno commesso errori nell’indicare bonus e detrazioni in sede di compilazione dei redditi; e infine quelli che non avendo corretto opportunamente il 730 precompilato inviato dall'agenzia delle entrate si trovavano a percepire il bonus senza averne effettivo diritto.