Crimi: "Ai miei chiedo di rinunciare alla privacy" Zaia: "Fuori i nomi". Rosato: "Nessuno dei nostri è coinvolto". Teresa Bellanova: "Non si butti fango su un'intera categoria"
Sarebbero tre i deputati che hanno ricevuto il bonus per gli autonomi, e non cinque come inizialmente emerso. E sulla vicenda in Parlamento è esplosa la polemica bipartisan: il capo politico M5s Vito Crimi chiede a chi è coinvolto di uscire allo scoperto e ai suoi "di rinunciare alla privacy", il governatore veneto Luca Zaia avverte: "Niente privacy, fuori i nomi" e il presidente Iv Ettore Rosato respinge le accuse: "Noi non siamo coinvolti".
Sono state fonti parlamentari a rivelare che il contributo sarebbe andato a tre esponenti delle due Camere, mentre cinque sarebbero quelli che hanno chiesto il contributo, destinato a partite Iva e autonomi colpiti dalle conseguenze economiche della crisi legata alla pandemia. E intanto, dopo lo stop dell'Inps alla rivelazione dei nomi dei parlamentari coinvolti, qualcuno pensa anche alla possibilità di convocare formalmente il presidente Tridico affinché risponda con i nomi davanti a una commissione parlamentare.
Crimi: "Atto odioso, autorizzare i dati" - "Scoprire che cinque deputati hanno richiesto il bonus destinato a lavoratori autonomi e partite Iva è a maggior ragione odioso e insopportabile - afferma Crimi -. Mi auguro che queste persone escano volontariamente allo scoperto e che restituiscano il bonus, nel caso ne abbiano usufruito. Ma se non dovesse palesarsi spontaneamente chi ha richiesto il bonus, chiederò a tutti i nostri parlamentari di sottoscrivere una dichiarazione per autorizzare l'Inps a fornire i dati". E aggiunge: "Spero che non sia coinvolto nessuno del Movimento 5 stelle. Se così fosse, questo qualcuno è meglio che presenti subito le dimissioni da parlamentare. Per me è già fuori dal Movimento. Un fatto così grave non può passare senza conseguenze. Spero che tutti i partiti si muovano nella stessa direzione, lo dobbiamo a chi sta soffrendo le dure conseguenze di questa pandemia".
Zaia: "Nessun appello alla privacy" - "Il sentiment è pesante, i cittadini dicono fuori i nomi. E penso che i cittadini debbano essere ascoltati", avverte il governatore Luca Zaia, "E' fondamentale chiarire la vicenda, perché viene meno la credibilità di tutta la classe dirigente - sottolinea -. Se iniziamo a trincerarci dietro la privacy, non ne veniamo più fuori". E ancora: "Mi metto nei panni dei cittadini che potrebbero avere il sospetto, quando si trovano davanti un amministratore, se questo sia uno del bonus, con il pericolo che ci sia una caccia all'untore. Non esprimo giudizi, ma ho già chiesto ai consiglieri veneti di darmi un ragguaglio. Nel mio partito il segretario è stato chiaro indicando la sospensione, che apre uno scenario anche peggiore".
Rosato: "Su Italia Viva notizie infondate, ci difenderemo" - Rifiuta qualsiasi accusa al suo partito il vicepresidente della Camera e presidente di Italia Viva Ettore Rosato, che afferma: "Nessun nostro parlamentare ha ricevuto il bonus. Le notizie di queste ore che affermano il contrario sono prive di fondamento. Sarà nostra cura difenderci in tutte le sedi da chi sostiene il contrario".
Bellanova: "No a buttare fango su un'intera categoria" - "Ritengo ci sia una sola cosa da fare - mette in chiaro il ministro Teresa Bellanova, che è anche capo delegazione al governo per Italia Viva -: l'Inps renda pubblici i nomi dei parlamentari che hanno ottenuto il bonus. Buttare fango su un'intera categoria, con notizie fatte trapelare in questo modo, è inaccettabile. E' come gettare la pietra e nascondere la mano. Se ci sono parlamentari o consiglieri regionali che hanno incassato il bonus a fronte di indennità mensili rilevanti vengano alla luce. Ne hanno da guadagnare tutti, soprattutto la politica".