Canzio boccia reato clandestinità: "Inutile" "Lotta alla jiahd nel rispetto delle leggi"
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"Diversamente tradiremmo la memoria dei magistrati caduti in difesa dei valori democratici", ha detto inaugurando il nuovo anno giudiziario
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Il primo presidente della Cassazione, Giovanni Canzio, boccia il reato di immigrazione clandestina: "La risposta sul terreno del procedimento penale si è rivelata inutile, inefficace e per alcuni profili dannosa", ha detto inaugurando il nuovo anno giudiziario. "La sostituzione del reato con un illecito e con sanzioni di tipo amministrativo, fino all'espulsione, darebbe risultati concreti", ha aggiunto.
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"Lotta al terrorismo nel rispetto della Costituzione" - La lotta a "ogni forma di criminalità organizzata o terroristica, anche quella internazionale di matrice jihadista", deve essere condotta "nel rispetto delle regole stabilite dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato", ha detto poi Canzio. "Diversamente tradiremmo la memoria" dei magistrati "caduti in difesa dei più alti valori democratici", come Emilio Alessandrini, "e non faremmo onore al giuramento di fedeltà che abbiamo prestato".
"Legislatore depotenzi gli effetti della prescrizione" - La prescrizione, così come è stata modificata, "irragionevolmente continua a proiettare la sua efficacia pure nel corso del processo, dopo l'avvenuto esercizio dell'azione penale o addirittura dopo che è stata pronunciata la sentenza di condanna di primo grado, mentre sarebbe logico, almeno in questo caso, che il legislatore ne prevedesse il depotenziamento", ha sottolineato. Sul tema e sul reato di immigrazione clandestina, ha ribadito, è "in atto una riflessione del Parlamento e del governo".
"Evitare modifiche frequenti alle leggi" - Il primo presidente della Cassazione ha poi affermato che "sarebbe auspicabile, pur nella mutevolezza degli aspetti economico-sociali da cui è contraddistinta la modernità, che il legislatore evitasse d'intervenire sul tessuto normativo con modifiche troppo frequenti, spesso ispirate a logiche emergenziali poco attente ai profili sistematici dell'ordinamento, rendendo così difficile il formarsi di orientamenti giurisprudenziali di lungo periodo e, per ciò stesso, più stabili e affidabili".