Nel mirino dei firmatari la necessità di riformare il sistema delle restituzioni e la piattaforma Rousseau
Parlamentarie M5s, per Di Maio solo 490 preferenze
I senatori del M5s contro il sistema delle restituzioni e la piattaforma Rousseau. L'iniziativa, partita da Primo Di Nicola, Emanuele Dessì, Mattia Crucioli, in un primo momento, sembrava avere la firma anche di altri senatori. In serata è arrivata la smentita: "Il documento redatto da tre senatori non sarà discusso nella congiunta ma è un tema da Stati Generali, che vedranno la partecipazione di tutti", hanno spiegato fonti del M5S che hanno pure sottolineato come il testo sia stato firmato "solo dai tre".
Ecco cosa hanno messo nero su bianco i senatori contestatari. "Tutti i portavoce del movimento - affermano - sono convinti che la politica non si faccia per arricchirsi, ma per prestare un servizio ai cittadini, un impegno che riconosce come un preciso dovere il destinare una parte dei propri guadagni verso precisi obiettivi di solidarietà sociale e di crescita civile. Questa azione, invece che essere un nostro punto di forza e di vanto, si sta incredibilmente trasformando in un problema e in una fonte di debolezza, soprattutto mediatica. Si rende quindi necessaria l'immediata creazione di un comitato di garanti, formato da rappresentanti delle Camere e dei Consigli Regionali, che avranno il compito di individuare tutti i correttivi necessari a rendere questa pratica molto più lineare ed efficiente".
L'organo collegiale democraticamente eletto che dovrà guidare M5s avrà anche il compito di designare i responsabili della gestione del Blog delle stelle e i profili social del Movimento.
Nel documento i senatori esprimono la necessità di rivedere uno dei pilastri del movimento, ovvero la piattaforma Rousseau e lo fanno con queste parole: "La piattaforma digitale che tutti contribuiamo a mantenere viene percepita come una realtà esterna, corpo estraneo al Movimento stesso, sia all'interno della nostra forza politica che all'esterno"
"La gestione dei dati sensibili, la costruzione degli eventi, l'indicazione dei quesiti, il modo in cui si pongono e tanti altri aspetti quali quelli connessi alla stessa selezione degli organi rappresentativi (interni e portavoce) - chiedono i senatori nel documento - devono essere posti sotto il controllo del M5S ed effettuati con metodo democratico".