"Auspico un appoggio largo e cercherò in tutti i modi possibili di mettere insieme una squadra molto larga", ha detto il leader di Azione
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"Mi candiderò a sindaco di Roma: un dovere e una grande avventura". Lo ha annunciato il leader di Azione, Carlo Calenda. "Non posso parlare per il Pd, partecipo a un tavolo. Auspico un appoggio largo". "Penso che chi ha la possibilità di riportare Roma tra le grandi Capitale europee abbia il dovere di farlo. Sarà una grande avventura", ha aggiunto.
"Primarie? Complicato" - "Fare le primarie sarebbe complicato, farle più avanti significherebbe parlarci addosso per mesi", ha detto Calenda ospite a Rai 3. "Io ho fatto anche lo scrutatore alle primarie del Pd, ma credo che dobbiamo cercare di allargare il campo il più possibile. E poi c'è un piccolo dettaglio, c'è un'emergenza sanitaria. Come pensiamo che la gente esca di casa", ha aggiunto Calenda che ricorda: "Dalle primarie uscirono sconfitti Sassoli e Gentiloni, che ora il Pd vorrebbe candidati".
"Pd mi appoggi se pensa io sia adatto" - "Il Pd dovrebbero appoggiarmi se pensa che io sia la persona adatta per governare Roma - ha aggiunto - Entrambi pensiamo che la gestione dei Cinque Stelle sia stata disastrosa. I mali di Roma vengono da lontano, ma con M5s e Raggi è peggiorato tutto".
Silente il Pd, a favore delle primarie si esprime invece Paolo Cento di Sinistra Italiana. Sul fronte opposto, quello del centodestra, Matteo Salvini, in vista del vertice dei leader di martedì, conferma che il loro candidato unitario non sarà "un politico" ma un esponente della società civile : "Di Roma ne parleremo questa settimana, come per gli altri capoluoghi che vanno al voto. Non ci saranno candidati di partito - assicura da Genova - ma candidati sostenuti dalla coalizione che arrivano dal mondo del lavoro, del volontariato, delle professioni".