L'ex capitano della Sea Watch 3, ora eurodeputata, spiega perché al Parlamento europeo ha votato a favore degli aiuti all'Ucraina
L'Europa deve continuare a fornire armi all'Ucraina. Lo sostiene Carola Rackete, ex capitano della Sea Watch 3 e ora europarlamentare della Linke, che in questo senso ha votato anche a Strasburgo. E spiega che "essere di sinistra vuol dire stare dalla parte degli oppressi, siano essi in Palestina, in Kurdistan o in Ucraina".
In un'intervista a la Stampa, Carola Rackete chiarisce che "Non c'è pace senza giustizia. Se smettiamo di fornirle le armi, a un certo punto l'Ucraina non potrà più difendersi e finirà per essere occupata dalla Russia. Milioni di persone saranno costrette a fuggire e milioni di persone si ritroveranno a vivere sotto una dittatura".
Per l'ex capitano della Sea Watch 3 "chi dice stop alle armi per arrivare alla pace, non cerca la giustizia. Anche io voglio la pace, anche gli ucraini vogliono la pace: non sono stati loro a chiedere di essere invasi! Ma serve una pace giusta. E la precondizione per la pace è che Putin ritiri le sue truppe dal territorio ucraino. Per questo dobbiamo sostenere la richiesta di autodifesa che arriva da Kiev".