I nuovi moduli non riportano la dicitura chiesta dal ministro: ma non c'è mai stato un genitore 1 e genitore 2
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Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, pochi giorni fa, era stato chiaro: via la denominazione "genitore 1 e genitore 2" nel modulo di richiesta online per la carta d'identità elettronica dei minorenni. "Ho fatto subito modificare il sito ripristinando la definizione madre e padre" ha dichiarato Salvini in un'intervista. Peccato che, nel modulo precedente, non esistesse alcun genitore 1 e 2 ma al massimo 1° e 2°, formula burocratica per identificare l'ordine di apparizione, e, in questo caso, di firma di testimoni, tutori o legali rappresentanti. La modifica è stata comunque recepita, ma, contrariamente al volere del ministro, pur scomparendo i numeri, è rimasta la generica categorizzazione "genitore".
La polemica sulla denominazione dei genitori si inserisce nella battaglia più ampia del governo, lato Lega, su famiglie arcobaleno e diritti delle coppie omosessuali. "Difenderemo la famiglia naturale fondata sull'unione tra un uomo e una donna", aveva detto il ministro dell'Interno proprio nell'intervista al quotidiano online "La Nuova Bussola" spiegando la sua decisione di modificare il modulo online. Ma qualcosa deve essere andato storto: come si vede chiaramente dall'immagine scaricata dal sito del ministero dell'Interno, rispetto al modello precedente è sostanzialmente cambiato solo il formato, ma resta il termine generico "genitore", mentre "madre" e "padre" non compaiono da nessuna parte.
La "fake news" di genitore 1 e genitore 2 - Alla base di tutto c'è stato probabilmente un fraintendimento: sui moduli precedenti citati da Salvini, infatti, non è mai comparsa la denominazione "genitore 1" e "genitore 2" che, secondo il ministro, avrebbe avuto un'accezione "politically correct", annullando il concetto di famiglia tradizionale per ricomprendere anche quelle arcobaleno composte da due padri o due madri. Nei moduli vecchi, che Tgcom24 ha recuperato online, venivano semplicemente elencati i testimoni e i genitori in ordine di firma. E così dopo il 1° e il 2° testimone ecco comparire 1° e 2° genitore. Una formulazione che, evidentemente, ha più a che fare con la burocrazia che con le battaglie politiche sui diritti. Probabilmente il ministro, nella sua invettiva, si riferiva ad un altro genere di moduli, questa volta scolastici, al centro delle polemiche qualche anno fa e comunque dipendenti dal ministero per l'Istruzione.
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