"I poteri sono in equilibrio se sono tutti forti - ha detto il vicepresidente del Csm -. Vorrei che il Paese osservasse di più la separazione dei poteri"
"Giudici e politici non devono andare a braccetto, ma non è bene neppure la guerra continua". Lo ha detto il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, dopo il polverone sollevato dalle parole del presidente dell'Anm, Piercamillo Davigo. "Mi piacerebbe un Paese che osserva di più il principio della separazione dei poteri", ha aggiunto. "La riforma della legge sulla prescrizione - ha sottolineato - è una priorità".
"Non penso che i giudici debbano parlare solo con le sentenze - ha ripreso a "In mezz'ora" -, ma i poteri sono in equilibrio solo se sono tutti forti". "La politica deve rispettare i magistrati", ha poi sottolineato, mentre, alla domanda se lo scontro sulla giustizia di questi giorni e le parole di Davigo potranno influire sulla nomina del capo della Procura di Milano ha replicato "E perché dovrebbe?". In lizza per la carica c'è anche Francesco Greco, come Davigo ex pm del pool di Mani Pulite.
"La nomina - ha detto Legnini - si farà presto e bene". Lucia Annunziata gli ha poi chiesto se "continuerà a sostenere Greco". "Non ho mai detto che sostengo Greco - ha risposto -, ho sostenuto la necessità di fare la scelta migliore per quell'importantissimo ufficio di Procura. Ho lavorato e lavorerò perché l'intero Consiglio sia messo nella condizione di fare la scelta migliore".