Secondo una inchiesta di Fanpage il sottosegretario leghista, ripreso da una telecamera nascosta, vanterebbe, circa le indagini riguardanti la Lega, la facoltà di poter condizionare un generale delle Fiamme gialle. Immediata la riposta del Carroccio che respinge ogni illazione
Esplode il caso Claudio Durigon, sottosegretario al Mef e fedelissimo del segretario Salvini. Dopo l'inchiesta di Fanpage.it sulla sua ascesa politica, il Movimento Cinque Stelle ha chiesto un intervento del ministro Daniele Franco. Quell'inchiesta racconta i legami tra la Lega e l'Ugl, il sindacato di cui era dirigente proprio Durigon prima di essere eletto in Parlamento, attraverso i racconti di ex iscritti dell'Ugl. L'inchiesta di Fanpage punta il dito contro presunti comportamenti inopportuni operati dallo stesso Durigon nell'ambito dei suoi rapporti istituzionali e personali, ricostruendone l'ascesa politica nella Lega a cominciare dal sindacato Ugl.
Nel servizio ci sono anche conversazioni di Durigon riprese con telecamere nascoste, in cui il sottosegretario prospetterebbe ai suoi interlocutori la possibilità di incarichi pubblici e, soprattutto, pronuncerebbe una frase sull'inchiesta relativa ai finanziamenti della Lega: "Quello che indaga della guardia di finanza, il generale lo abbiamo messo noi...". Fonti del partito hanno fatto sapere che Claudio Durigon "è tranquillamente al lavoro" al ministero, e che il suo avvocato ha già presentato dieci querele.
Alla Camera però si è vissuta una giornata particolarmente accesa, con tanto di sospensione dei lavori. Eugenio Saitta (M5s) si è soffermato proprio sulle affermazioni di Durigon relative all'inchiesta sulla Lega: "Le parole di Durigon sono gravissime, fanno sorgere dubbi sulla guardia di finanza. Chiediamo l'intervento del ministro Franco perché c'è bisogno di chiarezza", ha detto.
Immediata e altrettanto dura la replica della Lega in Aula, arrivata attraverso il deputato Edoardo Ziello: "Siamo sempre garantisti, sono solo inchieste giornalistiche, dal punto di vista giudiziario non c'è niente", ha detto, citando a sua volta l'inchiesta per stupro a carico del figlio di Grillo e le dichiarazioni della sottosegretaria Macina, poi richiamata dal ministro Cartabia.
Fondi Lega: pm Milano, da Gdf professionalità e rigore - "Piena fiducia" nella guardia di finanza che ha dimostrato "professionalità", "rigore" e "tempestività" nelle indagini su Lombardia Film Commission e i sospetti fondi neri per la Lega. Lo dichiarano il procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi in merito alle parole del sottosegretario leghista Claudio Durigon riportate in una inchiesta di Fanpage. I due pm, titolari del fascicolo, "nel confermare la fiducia nei militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf che hanno indagato su Lfc ribadiscono la tempestività, la professionalità e il rigore negli accertamenti che sono stati loro delegati".