La vicenda del sottosegretario della Lega indagato si ingarbuglia ancora di più con la notizia dell'assunzione del figlio dell'imprenditore Paolo Arata
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"Se quanto riportato dal Corriere della Sera corrispondesse al vero circa l'assunzione di Federico Arata, figlio dell'imprenditore Paolo, da parte del sottosegretario Giorgetti a Palazzo Chigi, ci troveremmo di fronte a un vero e proprio caso". Lo afferma in una nota il M5s, chiedendo spiegazioni a Salvini. Non si fermano le polemiche per la vicenda del sottosegretario leghista Siri e i suoi rapporti con Arata, indagato per concorso in corruzione.
Il caso Siri si amplia dunque con la notizia dell'assunzione del figlio di uno degli indagati da parte di Giancarlo Giorgetti. In un clima in cui la tensione si tagliava con il coltello è arrivata la notizia di un contratto di collaborazione, registrato alla Corte dei Conti, con cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha portato a Palazzo Chigi Federico Arata, figlio di Paolo, l'imprenditore indagato con Armando Siri per la presunta corruzione. "Se fosse così, Salvini chiarisca - è intervenuto subito il M5s - a noi e ai cittadini". Mentre il Pd si è rivolto al premier: "Conte non si nasconda, riferisca in Parlamento".
Ma la Lega tiene il punto. Con una nota, cui allega il curriculum di Federico: "E' una persona preparata. Parlamentari e ministri leghisti continuano a lavorare anche in questi giorni senza rispondere a polemiche e insulti che si sgonfieranno". Ma intanto la tensione èalle stelle. Non c'è ancora stato l'atteso chiarimento tra il premier e Siri. "Non mi ha ancora chiamato", dice il sottosegretario da Milano, dove con i legali sta studiando le accuse a suo carico. Siri può contare sulla difesa di Salvini: "E' tranquillo lui, sono tranquillo", dice il leader della Lega. Ma nel partito c'è chi professa più prudenza, nell'attesa di vederci più chiaro. "Ho presentato un emendamento che mi ha chiesto una filiera di piccoli produttori che dicevano di essere in difficoltà. Non ho fatto altro che portarlo negli uffici", spiega Siri. "Non ho preso un centesimo", dichiara. Non basta, però. Né al M5s, che con Stefano Buffagni ricorda a Salvini che "si parla di mafia e corruzione".