Rigettata dai supremi giudici la richiesta di affidamento per l'ex governatore della Sicilia in cella per una condanna per mafia
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Resta in cella l'ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro che sta scontando una condanna a sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra, nel carcere di Rebibbia. La Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dai suoi legali per l'affidamento ai servizi sociali. I giudici sostengono che Cuffaro non aveva collaborato alle indagini consentendo il chiarimento delle zone d'ombra che ancora restano su alcuni fatti a lui contestati.
La Procura generale della Cassazione aveva espresso parere favorevole all'istanza di affidamento in prova ai servizi sociali. Non sono ancora note le motivazioni della decisione.
Per i magistrati c'è stato un ravvedimento - I giudici del tribunale di sorveglianza argomentarono il loro no sostenendo che l'ex presidente non aveva collaborato alle indagini consentendo il chiarimento delle zone d'ombra che ancora restano su alcuni fatti a lui contestati. E siccome la legge vede proprio nella collaborazione uno dei requisiti per la concessione del beneficio carcerario, il no fu secco. Anche in quel caso c'era stato il parere favorevole della procura dell'istituto di pena, il carcere di Rebibbia, che aveva parlato di ravvedimento del detenuto.