Le novità per favorire la ripresa e il rilancio delle attività economiche. Previsto anche l'utilizzo dell'intelligenza artificiale per automatizzare le attività di verifica
Bollette e ristori, slitta il cdm © Da video
Meno controlli, ma più efficaci, per favorire la ripresa e il rilancio delle attività economiche. È questo l'obiettivo della riforma per la semplificazione dei controlli sulle imprese. Un intervento, spiega una nota del ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, mosso dall'intento di guidare gli operatori economici in un corretto svolgimento delle proprie attività, con approccio collaborativo, anziché gettarli nella paura dell'errore. Le novità sono contenute nel decreto legislativo, approvato in via preliminare al Consiglio dei ministri.
Lo schema di decreto introduce una prima disciplina che fornisce principi e strumenti comuni a tutte le amministrazioni che effettuano controlli sulle imprese: un primo tassello a cui seguiranno, nei prossimi mesi, ulteriori interventi di semplificazione a carattere settoriale. Le norme non si applicano alle Autorità amministrative indipendenti. Sono esclusi i controlli in materia di incentivi alle imprese, in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, quelli per il contrasto al lavoro nero, quelli nelle organizzazioni di volontariato del terzo settore e quelli previsti dal Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.
Il provvedimento si muove verso una razionalizzazione del sistema dei controlli, che passa preliminarmente da una loro ricognizione trasparente e da una messa a sistema coordinata, per garantire una piena conoscenza degli obblighi a cui le imprese sono tenute e per evitare ripetizioni e sovrapposizioni tra diversi soggetti controllori. A tale scopo, è prevista la realizzazione di un censimento degli obblighi e degli adempimenti che sono oggetto di controlli: entro 120 giorni dall'entrata in vigore del decreto, le Pubbliche amministrazioni trasmettano le informazioni relative al Dipartimento della funzione pubblica, quale autorità preposta al coordinamento. In generale, è previsto che le amministrazioni pubblichino linee guida o faq.
L'approccio è quello della programmazione annuale o pluriennale, su livelli territoriali, delle attività di controllo, basata sul rischio di violazioni secondo la maggiore probabilità che si verifichi un pregiudizio all'interesse pubblico e secondo la gravità di tale pregiudizio. Su tale base verranno definite la frequenza e la tipologia dei controlli. Oltre che sul livello del rischio, la programmazione deve basarsi sulla riduzione dei costi e sugli esiti dei controlli già effettuati nello stesso settore. Si punta anche all'automazione delle attività di controllo con le più innovative soluzioni tecnologiche, inclusa l'intelligenza artificiale.
Le informazioni del fascicolo informatico di impresa, secondo il principio del 'once only', sono da utilizzare per elaborare indicatori sintetici di valutazione del rischio e per tenere conto delle verifiche e delle ispezioni già svolte in passato, evitando ripetizioni ravvicinate a seguito di "esami" superati correttamente.
Come spiega il Ministro Zangrillo, "le imprese che si sono comportate bene hanno la possibilità di non essere visitate nuovamente per almeno sei mesi, dopo che sia stata accertata la conformità agli obblighi e agli adempimenti imposti, a meno che non ci si trovi in ambiti particolarmente rischiosi per la salute pubblica o l'ambiente, o in casi disposti dalla magistratura. Si
tratta di un meccanismo premiale che incentiva i comportamenti virtuosi delle imprese e che non manca l'obiettivo di tutelare l'interesse pubblico".
La norma sulla non ripetizione per sei mesi vale anche per i controlli volontari: chi svolge un'attività economica, infatti, può anche richiedere spontaneamente, con priorità per le micro e piccole imprese, che venga verificata la conformità dei propri comportamenti.
Il controllo, secondo la filosofia che ispira la riforma, "si fonda sul principio della reciproca fiducia nell'azione legittima, trasparente e corretta" e sul "principio di leale collaborazione". In questo senso, il decreto sottolinea l'importanza di indicazioni puntuali soprattutto nei casi in cui si ravvisi incertezza interpretativa. In particolare, è riconosciuto il diritto di interpello alle associazioni di categoria, per avere chiarimenti rivolgendosi all'amministrazione territorialmente competente. Il provvedimento prevede inoltre che all'avvio dell'attività di controllo, i funzionari - di cui è valorizzata "l'iniziativa e l'autonomia decisionale" e per i quali è previsto un piano di formazione specifico, e la cui correttezza di comportamento viene valutata ai fini della performance - ne comunichino la durata programmata; che durante il controllo sia comunque salvaguardata l'ordinaria attività economica; che siano seguiti i principi del contraddittorio e quello della proporzionalità dei provvedimenti adottati, incluse le sanzioni, secondo il livello di rischio, il pregiudizio arrecato, e le dimensioni del soggetto controllato e all'attività economica svolta.