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Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana: "Una targa sul suo scranno, non sarà più occupato". 100 anni fa Matteotti pronunciò il suo ultimo discorso
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"Siamo qui a commemorare un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee". Lo ha dichiarato il premier Giorgia Meloni in occasione del centenario della morte di Giacomo Matteotti. "La Camera onora Matteotti, uno dei padri della democrazia, vittima dello squadrismo fascista. Sullo scranno da cui 100 anni fa pronunciò il suo ultimo discorso, è stata messa una targa. A perenne ricordo del suo sacrificio questo scranno non sarà più occupato", ha annunciato poi il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
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"Onorare il suo ricordo è fondamentale per ricordarci ogni giorno a distanza di 100 anni da quel discorso il valore della libertà di parola e di pensiero contro chi vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire cosa è consentito dire e pensare e cosa no", ha sottolineato il premier. "La lezione di Matteotti oggi più che mai, ci ricorda che la nostra democrazia è tale se si fonda sul rispetto dell'altro, sul confronto, sulla libertà, non sulla violenza".
"Il 30 maggio 1924 - ha aggiunto Meloni - Giacomo Matteotti ha pronunciato nell'Aula della Camera il suo ultimo discorso, che gli sarebbe poi costato la vita. In quel discorso, Matteotti difese la libertà politica, incarnata nella rappresentanza parlamentare e in libere elezioni".
"La sua morte non è stata vana, egli resta uno straordinario esempio di rigore morale e impegno civile dei nostri giovani", le parole invece del presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
L'attore Alessandro Preziosi, al termine delle celebrazioni dell'Aula della Camera, ha letto un brano dell'ultimo discorso di Matteotti dallo scranno del deputato socialista. Si tratta del celebre discorso, pronunciato 100 anni fa, in cui Matteotti denunciò in Parlamento le violenze fasciste alle elezioni del 6 aprile del 1924. Il deputato fu poi ucciso il 10 giugno. "Crediamo di rivendicare la dignità domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla giunta delle elezioni", la conclusione del discorso letto dall'attore, accolto dalla standing ovation dell'Aula.