le sfide in europa e il dossier pnrr

Chi è Raffaele Fitto, il nuovo vicepresidente della Commissione Ue

Il 55enne ministro per gli Affari europei è figlio del politico Salvatore Fitto, scomparso prematuramente nel 1988. Alle spalle ha un'esperienza da eurodeputato, una da presidente della Regione Puglia e da ministro per gli Affari regionali

21 Nov 2024 - 12:31

Dopo lunghi giorni di trattative e pressioni dal governo italiano per ottenere un incarico di peso a Bruxelles, L'Eurocamera ha dato il via libera alla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione con delega alla Coesione. In questi anni, l'ex ministro per gli Affari europei ha accumulato una lunga esperienza in Italia e in Europa ed è considerato il candidato più idoneo a ricoprire un ruolo che a Bruxelles avrà un'importanza cruciale per l'esecutivo italiano: quella di continuare a ricucire lo strappo creato, all'indomani del voto europeo, con la Commissione nuovamente guidata da Ursula von der Leyen.

L'esperienza politica

 A 55 anni, Fitto ha alle spalle un'esperienza da eurodeputato, una da presidente della Regione Puglia e ministro per gli Affari regionali nel quarto governo Berlusconi. 

Nato a Maglie il 28 agosto 1969, Fitto è figlio del politico democristiano Salvatore Fitto, presidente della Regione Puglia dal 1985 fino alla sua prematura scomparsa in un incidente stradale, nel 1988. È questo l'anno in cui il giovane Fitto inizia la sua militanza nella Dc, con cui viene eletto in consiglio regionale della Puglia nel 1990. Nel 1994 arriva la laurea in Giurisprudenza e, con lo scioglimento della Dc, l'adesione al Partito Popolare Italiano di Rocco Buttiglione, che seguirà nell'alleanza con la neonata Forza Italia. Nel 1995 viene riconfermato in Regione, dove diventerà assessore e vicepresidente. Nel 1999 è eletto parlamentare europeo con Forza Italia. Rimane in carica solo per un anno perché nel 2000 si candida alla guida della Puglia, diventando il più giovane presidente di Regione della storia della Repubblica. Ricandidatosi alle regionali del 2005, è sconfitto per un soffio da Nichi Vendola. L'anno dopo, Fitto approda in Parlamento come deputato FI, e nel 2008 è nominato ministro per gli Affari regionali nel governo Berlusconi IV. Nel 2014 torna a Strasburgo con la vittoria alle europee, ma quello stesso anno si consuma la rottura con Forza Italia a seguito del patto del Nazareno. Il divorzio definitivo arriverà nel 2015.

I prossimi passi

 La palla passa ora alla riunione dei coordinatori politici di ogni commissione parlamentare che esprime un parere sui commissari interrogati. Questi pareri vengono poi inviati alla Conferenza dei presidenti dell'Aula, che darà l'ok definitivo. Il voto sulla Commissione europea si terrà il 27 novembre e sembra che non ci saranno ostacoli per l'approvazione. Alcuni Socialisti e Verdi potrebbero votare contro a causa della nomina di Fitto e dell'avvicinamento di Von der Leyen alle destre. Tuttavia, alcuni Conservatori, inclusi gli europarlamentari di Fratelli d'Italia, che avevano votato contro il secondo mandato di Von der Leyen, ora sosterranno la Commissione. I numeri per l'approvazione insomma, dovrebbero esserci.

Le sfide in Europa e la partita del Pnrr

 Alle politiche del 25 settembre 2022 è stato eletto deputato con Fratelli d'Italia. Dal 22 ottobre 2022 è Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr. Sarà proprio questo il dossier più importante su cui si concentrerà l'agenda del nuovo commissario europeo. Con 194 miliardi di euro circa l'Italia è il Paese europeo che ha ottenuto in valore assoluto più fondi, buona parte a debito. Il nostro Paese ha raggiunto finora circa un terzo degli obiettivi concordati piazzandosi al di sopra della media Ue, dietro a Danimarca, Estonia, Francia, Lussemburgo e Malta che però hanno piani molto meno corposi. "L'Italia è, rispetto alla credibilità di una forma di finanziamento come il Next Generation Eu, il primo osservato, perché abbiamo il più grande Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza d'Europa. L'Italia è il Paese che, insieme a Grecia e Romania, ha deciso di prendere tutta la parte a debito - aveva detto tempo fa lo stesso Fitto -. A fronte di 194 miliardi di Pnrr italiano, 122 sono a debito. Ecco perché la qualità della spesa è così importante".

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