Nervi tesi nel Pd dopo il rinvio del ddl sulle unioni civili. La senatrice: "Alcuni colleghi delusi da mancate promozioni nell'ultimo rimpasto" FOTO - Roma, attivisti protestano al Brancaccio contro Grillo e i grillini
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"Sono amareggiata e un po' stanca". Così la senatrice Monica Cirinnà dopo il rinvio del ddl sulle unioni civili. "Sto pagando le ripicche di certi colleghi renziani che si aspettavano un premietto, una promozione nell'ultimo rimpasto di governo", sostiene al Corriere della Sera. "Si aspettavano un posto, magari da sottosegretario, e ora fanno ripicche", aggiunge. Secca replica del presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda: "Insinuazioni infondate".
"E' molto comprensibile l'amarezza della senatrice Cirinnà - ha detto Zanda - Per approvare la legge è necessario un supplemento di responsabilità da parte di tutti, sono necessarie la compattezza e l'unità del gruppo, non le insinuazioni infondate".
"Sbagliato fidarmi di M5S" - "Comunque - aggiunge la Cirinnà - sia chiaro: io mi prendo tutta la responsabilità di essermi fidata del M5s! Tutta ma proprio tutta". Difficile dunque ricucire con il Movimento: "Io ho un brutto carattere. E se qualcuno mi fa una storta, non gli parlo proprio più".
"Se qualcuno ha qualcosa da dire sul testo, si deve sapere da chi e come è stato scritto. Eravamo in tre: io e i senatori Giuseppe Lumia e Giorgio Tonini, nell'ufficio di Giorgio. E lì abbiamo finito di limare il testo, sui cui contenuti tutto il gruppo del Pd s'era impegnato. E s'era impegnato, diciamolo, perché le unioni civili e le adozioni sono nel programma elettorale del partito", sottolinea.
"Mi pare evidente che il testo non sia più centrale, è chiaro che ci sono pesantissime questioni politiche da risolvere e comunque io non lascio il mio nome su una legge schifezza", conclude.