Da quello di nascita alle nozze, ecco passi avanti dell’Italia per semplificare la vita ai cittadini. Per la fibra sono pronti 4 miliardi
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“Le cose stanno accadendo, si possono e si devono fare” sono le parole di Vittorio Colao, ministro all'Innovazione Tecnologica, che in un’intervista al Corriere della Sera racconta i passi avanti della transizione digitale in Italia. "Dal 15 novembre per avere un certificato anagrafico non servirà più andare allo sportello: basterà sedersi al computer e scaricarlo. Senza nemmeno pagare il bollo, che in qualche caso arriva fino a 16 euro” sottolinea il ministro. Ma si parla anche di sanità digitale, e di 4 miliardi per la fibra ottica: progetti che rendono più reale l’ambizione del Paese di essere “in Europa se non il migliore, tra i migliori sul versante tecnologico”.
Un progetto che coinvolgerà “tutta Italia - e sarà valido - “per 14 tipi di certificato, dallo stato civile alla nascita, fino al matrimonio. Liberiamo il tempo delle persone e di chi lavora. Con la ministra dell’Interno Lamorgese diamo un segnale al Paese che non è più tempo di scetticismi” prosegue Colao. E così si è giunto a un accordo tra gli 8 mila comuni e lo Stato. “Abbiamo applicato un metodo di lavoro congiunto: ci siamo messi attorno a un tavolo, connesso le iniziative tra loro, stabilito chi fa cosa, coordinando tutto grazie alla tecnologia”.
Il lavoro di squadra - Per il ministro all’Innovazione, “c’è stata sinergia con la Lamorgese. Ma se avessimo preteso di imporre al ministero dell’Economia di togliere i bolli dai certificati avremmo oltrepassato i nostri confini di competenza. Insieme si è deciso invece che l’idea aveva senso, e il ministero dell’Economia ha visto la perdita di gettito seppur minima come un investimento per liberare anche risorse umane per i comuni. Con il ministero dell’Interno stiamo preparando novità anche per la carta d’identità digitale”. In Italia ci sono già 24 milioni di carte d’identità elettroniche e 25 milioni di italiani usano l’identità digitale, lo Spid.
Possibili problemi - “Abbiamo una situazione disomogenea: una parte del Paese è più avanti persino rispetto ad alcune nazioni europee, un’altra arranca. Bisogna fare in modo che le regioni più lente accelerino per raggiungere le altre. Per questo insieme al ministro della Salute Speranza e alle Regioni abbiamo avviato due iniziative importantissime: l’architettura per i dati sanitari digitali e le piattaforme di telemedicina. E vogliamo che tutte le Regioni ne beneficino in 2-3 anni”, sottolinea Colao.
La fibra - A gennaio partiranno anche le gare per collegare 6,2 milioni di case con la fibra. Qualche settimana dopo quelle per sostenere e accelerare il 5G. “Si potrà lavorare in videoconferenza da zone remote, ma anche digitalizzare l’agricoltura o piccoli stabilimenti e laboratori”.
Chi farà tutto questo? - “Anche qui, pubblico e privato che lavoreranno insieme. Una volta stabilite le regole e il metodo tutto è più semplice. Certo solo per la fibra ottica, sul quale lo Stato ha pronti 4 miliardi da investire, significherà creare 10-15 mila posti di lavoro che dovranno concretamente posare e giuntare i cavi. Si tratterà di avere personale preparato. E nei bandi vorremmo privilegiare gli operatori che si saranno portati avanti in termini di formazione”.
Progetti che si inseriscono bene nelle linee guida dell'Unione europea, d’altronde “vedere la Ue come matrigna o come bancomat è sbagliato. Semplicemente l’Europa ci impone un metodo. Nessuno si è chiesto da dove arriva il sistema che verifica quotidianamente i milioni di green pass? È grazie allo stimolo europeo se siamo stati al passo con gli altri Paesi su quel fronte. Da quanti anni ci veniva chiesto di avere un'Agenzia per la Cybersecurity? Cinque anni? Ebbene in sei mesi il governo l’ha varata. Anche sul Cloud si sono superati gli scetticismi di chi pensava che non potessimo avere uno” spiega il ministro. Il 14 novembre si parte verso “un Paese più innovativo, non solo più moderno. Verso la possibilità di imparare, lavorare e vivere meglio, con più opportunità per tutti ovunque in Italia” conclude Colao.