Il leader di Forza Italia critica Renzi sulla riforma del Senato che giudica "un pasticcio" e, dopo le rivelazioni di Geithner, commenta: "Avevo ragione io: il governo Monti è frutto di un colpo di Stato"
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"Continuate le riforme con il premier Renzi? No, è inutile prendere accordi prima. Aspettiamo di vedere le riforme in Parlamento". Lo ha affermato Silvio Berlusconi a Unomattina, aggiungendo: "Se riteniamo che siano buone le votiamo, altrimenti votiamo contro". Poi il leader di Forza Italia torna sulle rivelazioni del segretario del Tesoro Usa, Tim Geithner: "Il complotto è una notizia gravissima che conferma quanto dico da diverso tempo".
Riforme, "un pasticcio quella del Senato - Il leader di Forza Italia critica in particolare il testo della riforma del Senato spiegando: "Sono stato d'accordo con Renzi sul fatto che il Senato non approvasse più le leggi, che non desse la fiducia, e che costasse di meno". E poi sottolinea: "Improvvisamente, senza ascoltarci, il signor Renzi approva con il governo un progetto globale del Senato, lo manda in Senato e viene giudicato inaccettabile non solo da noi ma anche dai senatori di sinistra perché è un vero pasticcio". Per questo, sostiene il leader azzurro, "è inutile fare accordi prima: noi aspettiamo, da opposizione responsabile quale siamo sempre stati, di vedere le riforme in Parlamento come facciamo per tutte le altre leggi. Se riteniamo che siano favorevoli agli italiani, diamo il nostro voto, altrimenti voteremo contro".
"Governo Monti un colpo di Stato" - Tornando poi sulle rivelazioni di Geithner, dice che si trattò di "un colpo di Stato" nei confronti di chi "non consentiva alla Germania e alla Francia di portare avanti le loro decisioni sulla politica economica". Un "colpo di Stato che si è avuto qui, con la messa in campo di un governo che i cittadini non avevano eletto".
"Gravissimo il silenzio delle autorità" - "Il complotto è una notizia gravissima - sottolinea - che conferma quanto dico da diverso tempo. E osservo che il Capo dello Stato, i presidenti del Senato e della Camera, il presidente del Consiglio non hanno ritenuto di fare alcuna dichiarazione in merito". "Si è trattato - riprende - di una violazione delle regole democratiche e di un attacco alla sovranità di questo Paese". E ancora: "Era una menzogna il fatto che il Paese fosse sull'orlo del baratro, che non ci fossero i soldi per pagare gli impiegati pubblici e i pensionati. Fu messa in giro tutta questa storia che era contro il premier Berlusconi che difendeva gli interessi nazionali contro certe proposte che facevano comodo ad altri Stati, come poi si è visto perché chi successe a me si è inchinato a queste proposte".
E, per avvalorare le parole di Geithner, ricorda come, nell'estate del 2011 la "bufera dello spread fu fondamentale". Al G20 di Cannes "già circolava la voce che io non sarei stato più presidente del Consiglio una settimana dopo, tanto che Zapatero mi disse 'ma perché ti dimetto e lasci il posto a Monti?'". Inoltre, Berlusconi ricorda che "nell'ultimo Consiglio Ue a cui ho partecipato", nel 2011, "Angela Merkel mi ha detto 'Io so che tu non mi saluterai più'. La politica di rigore imposta dagli eurocrati di Berlino e Bruxelles ci ha portato in queste condizioni" con nessuna crescita e alta disoccupazione, sottolinea ancora l'ex premier.
La replica del Colle: "Berlusconi lasciò liberamente" - Dopo le rivelazioni di Geithner, il Colle ribadisce la sua estraneità. "Le dimissioni liberamente rassegnate il 12 novembre 2011 dal Presidente Berlusconi, e già preannunciate l'8 novembre, non vennero motivate se non in riferimento a eventi politico-parlamentari italiani", si legge infatti una nota del Quirinale. Gli episodi "rivelati", aggiunge il Colle, sono relativi a riunioni, tenutesi nell'autunno del 2011,di consessi europei e internazionali cui il Presidente italiano, al pari degli altri Capi di Stato non dotati di poteri esecutivi, non aveva titolo a partecipare e non partecipò, si legge in una nota del Colle.