Le accuse ai carabinieri: "Volevano arrivare a Renzi". Il colonnello Ultimo: "Non l'ho mai citato". Orfini: "Disegno per liquidare il Partito democratico, è eversione"
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"Dottoressa, lei se vuole ha una bomba in mano. Scoppierà un casino, arriviamo a Renzi". Così, in più di un incontro, il capitano del Noe Scafarto e il colonnello Ultimo si sarebbero rivolti alla procuratrice di Modena, Lucia Musti. Sono le frasi riferite dal magistrato durante l'audizione il 17 luglio al Csm e riportate oggi dai quotidiani. Dure le reazioni. Matteo Renzi: "La verità viene fuori e finirà per colpire chi ha falsificato le prove".
I colloqui, riferisce La Repubblica, risalgono alla primavera del 2015: ad aprile di quell'anno, la procura di Modena aveva appena ricevuto gli atti dell'inchiesta sugli affari della coop Cpl Concordia, aperta dalla procura di Napoli e poi trasmessa per competenza territoriale nella città emiliana. È la stessa procuratrice a ricostruire i retroscena durante la seduta di oltre due ore e mezza davanti alla prima commissione del Csm. Nel corso dell'audizione, riferisce il quotidiano, "racconta di aver visto Scafarto e Ultimo particolarmente 'spregiudicati' e come 'presi da un delirio di onnipotenza'".
Renzi: "Mi fido dei giudici, pretendo la verità" - "C'è un giudice a Roma e ci fidiamo del giudice. Piena e totale fiducia nel lavoro della procura e di quel giudice", ha affermato l'ex premier Renzi, secondo il quale lo scandalo Consip è nato per colpire la sua persona.
"Se un carabiniere falsifica le prove, se un agente dei servizi segreti si intrufola dove non dovrebbe e c'è chi usa un presunto scandalo contro un esponente delle istituzioni, la verità prima o poi arriva - ha proseguito il segretario del Pd -. Hanno provato a colpire me ma verrà colpito chi ha tradito il senso dello Stato".
Orfini: "Atto di eversione" - "Siamo di fronte a pezzi di apparati dello Stato che hanno consapevolmente lavorato per fabbricare prove false per colpire il legittimo presidente del Consiglio e interferire con la dinamica democratica. Qualora tutto questo fosse confermato, ci sarebbe un termine tecnico per definirlo. E si chiama eversione". E' quanto ha dichiarato Matteo Orfini, presidente del Pd, aggiungendo: "C'è un disegno per liquidare il Pd ed è fallito. Nel momento in cui dovevamo fare il congresso qualche commentatore e leader politico disse che non si poteva perché c'era la vicenda Consip. La verità è che il tentativo c'è stato perché un pezzo dei poteri di questo Paese evidentemente non ha mai digerito una classe dirigente che non frequentava i soliti salotti".
Lotti: "Non credo di dover fare nessun commento" - "Non credo di dover fare nessun commento". Ha risposto così il ministro dello Sport, Luca Lotti, a chi gli ha chiesto un commento sugli sviluppi del caso Consip. Lotti, in uno dei filoni d'inchiesta, è indagato per rivelazione di segreto d'ufficio insieme al comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette ed al generale di brigata dell'Arma Emanuele Saltalamacchia.
Ultimo: "Mai parlato di Renzi" - La procuratrice Musti non ha commentato le frasi che le sono state attribuite. "Nessuna dichiarazione" nemmeno da Tiziano Renzi, padre del segretario del Pd ancora indagato nell'inchiesta Consip. E' arrivata, invece, la reazione del colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, il capitano Ultimo che arrestò Totò Riina. "Non ho mai svolto indagini per fini politici", ha detto, spiegando di non aver mai forzato la Musti "in nessuna cosa" e di aver sempre svolto "le indagini che ci ha ordinato con lealtà e umiltà". "Non ho mai parlato di Matteo Renzi né con la dottoressa Musti né con altri".
Zanda: "E' evidente l'obiettivo di colpire l'ex premier" - Sul fronte politico intanto scoppiano le polemiche. "Gli stralci hanno dell'incredibile e, se veri, sono di una gravità inaudita", ha detto il presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda. "Quel che leggiamo oggi, e che dobbiamo collegare alle notizie sulla stupefacente falsificazione di atti giudiziari che sarebbe stata compiuta dai medesimi soggetti di cui parla la procuratrice di Modena, presenta aspetti di straordinaria gravità istituzionale essendo evidente l'obiettivo di colpire il Presidente del Consiglio con iniziative che non voglio commentare".
"Se quanto stiamo apprendendo dovesse risultare vero dovremmo concludere che negli anni passati c'è stato in Italia un vero e proprio complotto, che ha visto coinvolti organi dello Stato, volto a rovesciare istituzioni democraticamente indicate dal Parlamento della Repubblica. In altri tempi si sarebbe parlato di eversione, se non di peggio".
Franceschini: "Gravità istituzionale enorme" - "La vicenda giudiziaria Scafarto assume ogni giorno dei caratteri di gravità inaudita. Una cosa sono le indagini, con le quali è indispensabile non interferire, un'altra le reazioni politiche", è il commento del ministro Dario Franceschini. "Stiamo imparando dai giornali che c'è stato un tentativo, con ogni mezzo, di coinvolgere il premier. Una cosa è il dibattito interno o esterno al Pd, una cosa lo scontro tra partiti o gli attacchi a Renzi, ma questo è un fatto di una gravità istituzionale enorme, e azioni e parole di chiarezza e solidarietà dovrebbero arrivare da tutti, avversari compresi".