Il presidente della Corte Costituzionale esprime "un certo rammarico per il fatto che nei casi più significativi il legislatore non sia intervenuto"
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Il presidente della Consulta, Augusto Barbera, alla riunione straordinaria della Corte Costituzionale auspica un intervento del Parlamento per riempire i vuoti legislativi sul "fine vita" e sulle coppie gay. "Non si può non manifestare un certo rammarico per il fatto che nei casi più significativi il legislatore non sia intervenuto, rinunciando a una prerogativa che a esso compete, obbligando questa Corte a procedere con una propria e autonoma soluzione, inevitabile in forza dell'imperativo di osservare la Costituzione", sottolinea Barbera.
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Il presidente della Consulta invoca quindi "sia un intervento del legislatore" che dia seguito alla sentenza Cappato "sul fine vita", sia un intervento "che tenga conto del monito relativo alla condizione anagrafica dei figli di coppie dello stesso sesso". In entrambi i casi "il silenzio del legislatore sta portando, nel primo, a numerose supplenze delle assemblee regionali. Nel secondo, al disordinato e contraddittorio intervento dei sindaci preposti ai registri dell'anagrafe".
Barbera è intervenuto anche sulla piaga dei femminicidi, sottolineando come il 2023 sia stato "l'anno che ha visto in Italia atroci casi di uccisioni di donne e che ha registrato, comunque, numerose e ripugnanti violenze contro le donne".
Tra i temi trattati da Barbera c'è anche quello delle morti bianche. Secondo il presidente della Corte Costituzionale, il 2023 "è stato l'anno in cui oltre mille (una media di ben tre al giorno) sono state le agghiaccianti morti sul lavoro. Tragedie queste ultime che, direttamente o indirettamente, hanno visto e vedranno impegnata la giurisprudenza della Corte costituzionale, sia per quanto riguarda la condizione femminile, sia per quanto riguarda importanti aspetti dell'organizzazione del lavoro nelle imprese".
Tra il 2022 e il 2023 "dall'angoscia della pandemia si è passati al fragore delle armi", prosegue il presidente della Consulta. "Prima ai confini dell'Europa, per effetto dell'aggressione russa al popolo ucraino, e adesso nel Medio Oriente, per l'orrore degli attacchi terroristici e le dure reazioni israeliane".
La Corte Costituzionale "non rischia di essere minata da contingenti vicende politiche, sia in ragione della diversificazione dei canali di accesso, sia alla luce dell'ampia maggioranza richiesta per l'elezione dei giudici di estrazione parlamentare, sia per il divieto di rielezione", afferma ancora Augusto Barbera. "E ciò a differenza di quanto previsto per la composizione di altre Corti europee, talvolta impropriamente accostate a quella italiana". Nella sua relazione alla presenza di Sergio Mattarella, il numero uno della Consulta rivela inoltre che "le previsioni costituzionali assicurano efficacemente accanto al pluralismo, l'indipendenza della Corte".