Per il leader del M5s "resuscitare Renzi avrebbe un costo pesantissimo per la serietà e credibilità del progetto di alternativa a Meloni"
Il dialogo tra Matteo Renzi e il centrosinistra continua ad agitare le acque nel campo largo. Giuseppe Conte chiude, con toni definitivi, all'ipotesi. "Resuscitare Renzi, premiandolo dopo la disfatta elettorale europea e i suoi ripetuti fallimenti - ha detto il leader del M5s -, avrebbe un costo pesantissimo per la serietà e credibilità del progetto di alternativa a Meloni". "Non si può stare con il piede in due scarpe" ha detto commentando il fatto che Italia viva sia all'opposizione in Regione Liguria e alleato del centrodestra a Genova.
Proprio l'ipotesi di un ingresso dei renziani nella coalizione per le Regionali in Liguria frena l'adesione dei 5 Stelle al candidato unico, che al momento sarebbe Andrea Orlando. Secondo Giuseppe Conte il Pd sta commettendo un grave errore nel coinvolgere Renzi. "Il metodo e il merito con cui tutto ciò sta avvenendo e viene assecondato dai vertici del Pd - chiarisce Conte - sta aprendo una grave ferita con la mia comunità del Movimento 5 Stelle: una comunità che intende antropologicamente la politica in modo diametralmente opposto".
L'ex premier avanza anche una ipotesi: "Se qualcuno pensa che Renzi possa facilitare un dialogo diretto con il Partito democratico statunitense e con il governo israeliano allora dico che, a maggior ragione, occorre un forte chiarimento sulla politica estera: per noi del Movimento 5 Stelle i governi italiani non si decidono a Washington". Ed è su questo fronte che arriva la risposta del leader di Italia viva: "L'attenzione di Giuseppe Conte alle questioni di politica estera è meritevole di un approfondimento serio, trasparente e rigoroso. Non facciamo scegliere i governi a Washington - dice Renzi - ovviamente, e ancora più ovviamente non lasciamo che sia Mosca a decidere per noi. Quanto alla politica americana tra Trump e Harris noi non abbiamo dubbi: stiamo dalla parte dei democratici americani, di Kamala senza se e senza ma. Ci auguriamo che tutto il campo largo sia dalla parte dei progressisti contro i sovranisti".
"Noi non partecipiamo a nessun dibattito politicista. Siamo impegnati ogni giorno a costruire l'alternativa al governo più a destra della storia - taglia corto il dem Francesco Boccia -, alla vigilia di una manovra che si annuncia lacrime e sangue serve la massima unità per difendere lavoro e sanità pubblica".
"Ci sono delle differenze altrimenti saremmo tutti nello stesso partito ma non credo siano differenze che non si possano discutere e in qualche caso comporre - dice la segretaria del Pd, Elly Schlein, ospite di una trasmissione televisiva -. A volte si riesce a tenere insieme tutte le forze alternative a questa destra, tutte le forze di opposizione. Ma la prima grande alleanza da fare sarebbe quella con chi ha smesso di credere che il proprio voto fa la differenza".