Il premier chiede, però, che vi sia anche "un percorso di integrazione serio"
© ansa
Lo ius soli "non è nel contratto di governo", ma il premier, Giuseppe Conte, auspica che "si avvii nel Paese una riflessione serena" sul tema. Per Conte, infatti, si può "valutare la nascita sul territorio italiano che sia però collegata ad un percorso di integrazione serio", che preveda "la conoscenza della nostra cultura" e la condivisione di "valori comuni".
"Lo ius soli - ha spiegato Conte - apre la prospettiva di concedere la cittadinanza anche in base al fatto di nascere sul territorio italiano. Un criterio che di per sé non vale molto, perché è ovvio che nascere sul territorio può essere anche una mera occasione geografica. Occorre qualcosa di più, occorre quello che è mancato in Italia, perché quella politica degli anni scorsi dove abbiamo avuto degli sbarchi incontrollati ci ha impedito di elaborare una politica di integrazione".
Accoglienza indiscriminata, ha proseguito Conte, "è uguale a non accoglienza, mancata integrazione e questo fa male perché crea paura, diffidenza verso chi arriva. Allora oggi dobbiamo lavorare sull'integrazione".
Conte ha quindi ricordato che questo governo è nato con un contratto "molto solenne e meticoloso", e che lo ius soli non ne fa parte. Ma, ha aggiunto, "voglio e auspico che si possa avviare un dialogo nelle sedi opportune, in questo caso parlamentare, una riflessione serena dove non ci siano reazioni emotive e si possa valutare la nascita sul territorio italiano che sia però collegata ad un percorso di integrazione serio".
Di Maio: "Ius soli non in agenda, è sensibilità di Conte" - Sulla questione è intervenuto anche il leader del M5s, Luigi Di Maio. "Non comprendo tutto questo trambusto dietro le dichiarazioni del presidente del Consiglio. Conte ha specificato che lo ius soli non è nell'agenda di governo. E lo ribadisco, non è nell'agenda di governo e non sarà quindi dunque una misura che questo governo discuterà, anche perché c'è già una normativa in Italia che regola la cittadinanza. La riflessione auspicata dal premier - ha sottolineato - riguarda una sua sensibilità. Legittima, per carità, ma personale".