Il governo lancia il Piano per il Sud, ma in copertina c'è il mare di Trieste
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"Se riparte il Mezzogiorno, riparte anche l'Italia. Il premier ha poi parlato di un contratto di programma Anas e Rfi "molto corposo"
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Giuseppe Conte presenta a Gioia Tauro il Piano per il Sud. Il rilancio del Mezzogiorno, secondo il premier, "non può non passare dal miglioramento delle infrastrutture, ferroviarie e stradali". Il Piano prevede 33 miliardi di euro di investimenti in opere appaltabili entro il 2021 e un contratto di programma Anas e Rfi "molto corposo".
"Nel Piano ci sono investimenti, infrastrutture, nuove opportunità per i giovani, troppo spesso costretti ad abbandonare la loro terra e i loro affetti", ha scritto il premier su Facebook. "Oggi in Calabria apriamo il cantiere dell'Italia di domani. Con tutte le persone che hanno idee chiare e forti, e amano il proprio Paese. Se riparte il Sud riparte l'Italia", ha aggiunto.
"Le risorse ci sono, finora spese male" Per quanto riguarda le risorse finanziarie per l'attuazione del Piano il premier si è detto "tranquillo". "Le risorse, cospicue, le abbiamo ma fin qui non sono state spese bene. C'è una difficoltà di spesa un po' per come è strutturata la macchina organizzativa, un po' perché con alcuni gangli non siano ancora efficaci nella progettualità ma ci stiamo lavorando".
Le note dolenti Il documento presentato a Gioia Tauro sottolinea come In dieci anni la spesa per gli investimenti ordinari della Pubblica amministrazione nel Mezzogiorno si sia più che dimezzata. Ma la "vera emergenza" è la nuova emigrazione: tra il 2002 e il 2017 il Sud Italia ha perso 612mila giovani e 240mila laureati.
Verso il 2030 Il Piano per il Sud si impone come un'azione di investimenti pubblici da sviluppare nell'arco di un decennio, con un primo impatto tra il 2020 e il 2022. Fino al 2030 saranno oltre 120 i miliardi di euro destinati al Mezzogiorno.
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