La conferenza stampa di fine anno del premier Conte
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"Gli ultimatum non sono ammissibili", spiega il premier nella conferenza stampa di fine anno. Mentre sulla scuola afferma: "Auspico superiori in presenza al 50% dal 7 gennaio"
"E' urgente fare una sintesi politica prima possibile attraverso una verifica di maggioranza". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, durante la consueta conferenza stampa di fine anno. Il premier ha aggiunto, rivolgendosi ai partiti di coalizione: "Non possiamo permetterci di galleggiare, ma dobbiamo assumerci le nostre responsabilità". E sul Recovery plan ha precisato che "un Cdm dedicato avverrà nei primi giorni di gennaio".
"Il premier non sfida nessuno, ha la responsabilità di una sintesi politica e di un programma di governo - ha precisato Conte -. Per rafforzare la fiducia e la credibilità del governo e della classe politica bisogna agire con trasparenza e confrontarsi in modo franco. Il passaggio parlamentare è fondamentale. Finché ci sarò io ci saranno sempre passaggi chiari, franchi, dove tutti i cittadini potranno partecipare e i protagonisti si assumeranno le rispettive responsabilità".
Conte cita Moro: "Gli ultimatum non sono ammissibili"Rispondendo a una domanda sulle critiche da parte di Matteo Renzi, il premier ha così risposto: "Ci sono due aspetti che non riesco a fare miei: uno sono gli ultimatum, che non appartengono al mio bagaglio culturale e politico. Credo che sia stato nell'ultimo discorso di Aldo Moro, e vorrei sottolineare le sue belle parole: gli ultimatum non sono ammissibili in politica, perché hanno il significato di far precipitare le cose e impedire di raggiungere soluzioni positive. Io sono per un dialogo, per il confronto, per trovare una sintesi superiore".
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"Non voglio credere che in questo scenario si arrivi a una crisi di governo"E proprio in merito a una paventata crisi di governo, il premier Conte è stato lapidario: "Io in questi scenari non mi ci metto. Se verrà meno la fiducia da parte di una forza di maggioranza, ci sarà un passaggio parlamentare dove ognuno si assumerà le proprie responsabilità., Non voglio credere che in una scenario del genere si arrivi a una situazione del genere. Alla crisi. E' chiaro, però, che non si può governare senza la coesione delle forze di maggioranza, in tal caso si può solo vivacchiare".
"Rimpasto? Se verrà posto il problema, se ne discuterà" Rispondendo a una domanda su un eventuale rimpasto di governo, Conte ha invece affermato: "Io lavoro con le forze di maggioranza, non ho mai pensato di far squadra da solo. Se verrà posto il problema, se ne discuterà per cercare risposte funzionali che aiutino l'interesse nazionale. Io sono disponibile nel perimetro di soluzioni che aiutino l'interesse nazionale".
"Recovery? Non ho detto che va tutto bene" Proprio in merito al Recovery plan, il presidente del Consiglio ha precisato: "Io non ho detto che va tutto bene. Non abbiamo ancora il documento finale, non abbiamo ancora la governance. Non va tutto bene. Dobbiamo affrettarci. Dobbiamo correre, abbiamo una grande responsabilità".
"Abbiamo 52-54 progetti, manca sintesi politica" "C'è una riservatezza riguardo certi progetti, ne sono arrivati oltre 600. Tutti i ministri, anche quelli di IV, hanno lavorato per dare il loro contributo", ha affermato riguardo i tempi lunghi del Recovery. "Fare un progetto non significa solo scrivere un titolo. Ogni progetto è di centinaia di pagine. Per il Recovery fund, dobbiamo elaborare un cronoprogramma Quello che sino a qui è mancato è la sintesi politica finale, dove è giusto che ciascuna forza politica esprima la sua visione nella selezione finale e nella distribuzione finale delle risorse. Bisogna scegliere. Secondo me 52-54 progetti sono ancora troppo numerosi. Bisogna concentrare ancora di più le risorse a disposizione su quei progetti che hanno attitudine a trasformare definitivamente nostro Paese".
"Significativi investimenti andranno al Sud" "Nel Recovery plan ci sono significavi investimenti nel Mezzogiorno, sull'Alta velocità Napoli-Bari, le dorsali, la Palermo-Catania-Messina, e ancora l'Agritech a Napoli e un'altra serie di investimenti capillari - ha rivelato -. Ed altri ce ne saranno sulla povertà educativa, e quelli nel digitale su cui si investirà prepotentemente al Sud".
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"A fine gennaio l'Italia avrà 2,35 milioni di vaccini" Il premier si è quindi concentrato sulla questione relativa alla campagna vaccinale "Entro gennaio in Italia dovremo avere 2milioni 350mila vaccini: oltre a quello di Pfizer arriverà anche un altro vaccino, quello di Moderna, perche' l'Ema dovrebbe pronunciarsi entro i primi di gennaio". Poi ha precisato: "Il vaccino, io stesso lo farei subito, ma cerchiamo di rispettare le priorità".
"A primavera inoltrata 10-15 milioni di vaccinati" I primi veri risultati dell'arrivo del vaccino anti Covid si avranno "a primavera inoltrata", ha affermato ancora il presidente del Consiglio, precisando che "i primi risultati veri si avranno, a detta degli esperti, quando avremo vaccinato 10/15 milioni di cittadini e non credo avverrà prima di aprile. Allora si concluderà la fase 1".
"Non solo vaccini, anche terapie monoclonali" Oltre alla vaccinazione "dobbiamo anche confidare che nel giro di un po' di settimane si consolideranno anche le terapie monoclonali certificate dalle autorità competenti che saranno molto efficaci. L'Italia non è seconda a nessuno nella ricerca ed esprime un livello di eccellenza. So che Toscana Life Science e il professor Rappuoli a Siena sono in fase molto avanzata per gli anticorpi che in qualche modo neutralizzano l'efficacia del virus".
"Non valutiamo obbligo di vaccinazione" Il premier ha quindi "escluso" la possibilità di rendere obbligatoria la vaccinazione. "Confidiamo di poter avere una buona percentuale di popolazione su base facoltativa", ha rivelato. Tra le proposte sul tavolo, ha spiegato c'è quella di permettere, a chi si è vaccinato, di avere "una abilitazione di maggiore mobilità".
"Stop ideologie, vaccinarsi è atto di solidarietà" Conte ha poi lanciato un appello: "Io chiedo a tutti uno sforzo, mettiamo da parte le ideologie e le reazioni emotive, compiamo un atto di solidarietà verso tutta la comunità nazionale. Sottoponiamoci al vaccino".
"Prorogheremo lo stato di emergenza Covid finché sarà necessario" Nel corso della conferenza, Conte ha anche annunciato che lo stato di emergenza per il Covid sarà "prorogato sino a quando sarà necessario mantenere i presidi di protezione civile e tutti i presidi che ci consentono di gestire l'emergenza, dando poteri ai soggetti attuatori. Non significa che facciamo saltare l'assetto costituzionale ma applichiamo questa norma necessaria per eventi una tantum come sismi e alluvioni. Questo evento è imprevedibile, mutevole, che si dipana continuamente. Dovremo accompagnarlo con la proroga dello stato di emergenza".
"Per la terza ondata restano le fasce ma incognita varianti" "La potenziale terza ondata Covid l'affronteremo con le nostre misure - ha reso noto Conte -. Dobbiamo solo capire se le varianti, come quella inglese, che hanno un tasso di contagiosità più elevato, ci richiederanno o meno l'aggiornamento delle nostre misure. Altrimenti il sistema per fasce col monitoraggio è assolutamente adeguato anche per la terza ondata".
"Vaccini in più come Germania? Lo vieta contratto Ue" "Perché l'Italia non si è assicurata dosi di vaccini come la Germania? Italia, Francia, Germania e Olanda sono stati i primi Paesi che in modo sintonico si sono mossi per l'alleanza per i vaccini, dopo aver già preso contatti con le ditte. Abbiamo consegnato la palla ala commissione Ue. E' stata una scelta politica - ha risposto -. L'Italia non ha tentato di assicurarsi altre commesse perché le dosi contrattualmente negoziate sono centinaia di milioni. E poi L'Italia non l'ha fatto perché all'articolo 7 del contratto della Commissione europea c'è il divieto di approvvigionarsi a livello bilaterale".
"Auspico ripartenza scuole superiori il 7 gennaio almeno al 50%" Conte si è soffermato anche sul tema della riapertura delle scuole superiori: "Auspico che il 7 gennaio le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con una didattica integrata mista almeno al 50% in presenza, nel segno della responsabilità, senza mettere a rischio le comunità scolastiche. Se, come mi dicono, i tavoli delle prefetture, hanno lavorato in modo efficace, potremo ripartire quantomeno col 50%".
"Flessibilità locale orari scuole e uffici pubblici" "Abbiamo approfittato di dicembre per un ulteriore passo avanti, in una logica di massima flessibilità - ha affermato ancora -. Abbiamo coinvolto i prefetti, con tutte le autorità coinvolte, per una sintesi. Abbiamo compreso che il sistema è così integrato che non è possibile decongestionare i flussi attorno alla scuola, anche per il trasporto pubblico locale, se non si integrano i comparti diversi. Le prefetture hanno avuto il compito di coordinare soluzioni flessibili, da valutare paese per paese, scuola per scuola. C'è stata disponibilità a differenziare gli orari di ingresso anche negli uffici pubblici".
© Da video / Priorità alla scuola | Lezione di Fisica all'aperto a Firenze
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"Lavoro? Preoccupa fine stop licenziamenti, scenario critico" Conte ha poi puntato l'attenzione sul tema lavoro: "Il ministro Catalfo, con sindacati e forze sociali, sta già lavorando allo scenario che dovremo affrontare dopo marzo con la fine del blocco dei licenziamenti. E' uno scenario molto preoccupante. Abbiamo costruito una cintura di protezione sociale che più o meno sta funzionando, ha scongiurato il licenziamento per 600mila persone. Ma dobbiamo lavorare alla riforma e riordino degli ammortizzatori sociali e rendere più incisive le politiche attive del lavoro. Dovremo lavorare per non farci trovare impreparati".
"Il Reddito di cittadinanza ha ridotto la povertà, ma si può migliorare" "Sono molto soddisfatto del Reddito di cittadinanza - ha proseguito Conte -: ci sono 2,8 milioni di beneficiari e l'impatto sulla povertà c'è. Se si guarda l'indice di Gini che misura la concentrazione del reddito, è dello 0,7%. In un Paese che ha come obiettivo l'inclusione sociale, non solo la modernizzazione, è chiaro che non si può lasciare ai margini persone che non possono comprarsi i mezzi di sostentamento. Lo possiamo migliorare, ma questa è un'altra prospettiva, per agganciare meglio il meccanismo di ricerca del lavoro".
"Libia? Italia in prima linea per un Paese autonomo" Il premier ha toccato anche argomenti di politica estera come la crisi libica: "Mai dismesso la costante attenzione verso questo dossier, superando logiche militari e interferenze esterne nel quadro del processo di Berlino che si sta dipanando sotto l'egida dell'Onu. E' un processo fragile ma gli obiettivi sono chiari e l'Italia non arretrerà mai sull'obiettivo di una Libia indipendente e libera da interferenze esterne. Non è con le offensive militari che si risolvono i problemi".