Il premier sull'orlo delle dimissioni ma continua a trattare con i centristi per un reincarico, in cerca di "un accordo che dia all'esecutivo una prospettiva fino a fine legislatura”, anche senza Matteo Renzi
Stretta finale per il governo. Giuseppe Conte potrebbe salire al Colle già nelle prossime ore per aggiornare il Presidente Mattarella sugli sviluppi della crisi di governo ma il Partito democratico smentisce ufficialmente di aver chiesto al premer di andare al Quirinale. La linea, spiegano le fonti, è quella ribadita dal segretario Nicola Zingaretti secondo cui "Conte è il punto di equilibrio più avanzato" e il Pd lavora per un "governo autorevole, europeista e con una base parlamentare ampia".
La via è stretta - Ciò non toglie che anche tra i Dem c'è chi è convinto che l'unica via per salvare il governo e cercare una maggioranza stabile, sarebbero le dimissioni-lampo di Conte, un passaggio ritenuto necessario per far uscire allo scoperto, con chiarezza, i cosiddetti "volenterosi". I Dem fanno quadrato con i Cinquestelle e hanno assicurato a Conte che il suo ruolo "è imprescindibile" e che il Pd è comunque al suo fianco. Ma l'hanno messo in guardia sui rischi di andare in Aula per la relazione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e sul fatto che il governo ne uscirebbe sconfitto visto che "ad ora i numeri non ci sono". Su Bonafede i Pentastellati sono irremovibili: "Un voto contro il ministro della Giustizia è un voto contro il governo" - taglia corto il grillino Giancarlo Cancelleri.
I numeri - Il premier è al bivio: rimettere il mandato nelle mani di Mattarella e accettare una crisi pilotata sperando in un reincarico per il Conte-ter o una nuova faticosa sfida al senato, dagli esiti molto incerti senza un allargamento della maggioranza all'area centrista? Resterebbe l'unica alternativa possibile per poter fare a meno dei 18 voti mancanti di Italia Viva e quindi per poter fare a meno di di Matteo Renzi.
Un'altra conta? - Un bivio che porta comunque a strade inesplorate e piene di ostacoli che potrebbero entrambe disarcionare Conte. La tentazione resta quella di un'altra conta in aula all'ultimo voto, forse con la segreta speranza di spaccare i renziani e incassare la fiducia di una parte del gruppo di Italia Viva, oltre a quella dei cosiddetti "costruttori" o "responsabili", a cui il presidente del Consiglio ha già fatto più volte appello.
La relazione Bonafede - Stavolta però tutto si gioca intorno alla relazione sulla Giustizia del guardasigilli Alfonso Bonafede. E tra i centristi, l'Udc ha già confermato il suo no alla relazione del ministro e anche alla cosiddetta "operazione costruttori". Ecco perché gli stessi Dem lanciano l'allarme: i numeri non ci sono e i tempi stringono. La prova del voto a Palazzo Madama è dietro l'angolo.
Segnali di dialogo - Un segnale incoraggiante, paradossalmente, arriva proprio da Italia Viva che si riunirà in assemblea domani e che fa trasparire una certa apertura ai segnali di dialogo che arrivano dal Pd ma l'ultima parola spetta a Conte. "E' evidente la difficoltà a ricucire una frattura di questo tipo, dentro a meccanismi di continui ultimatum - ha commenatto la Dem De Micheli - le maggioranze, quando sono eterogenee, si devono confrontare e trovare una sintesi. Noi lo abbiamo fatto in questi mesi, poi questo atteggiamento si è perso per ragioni sconosciute", ha concluso la ministra.
Insomma, sono ore convulse, in cui il colpo di scena potrebbe arrivare da un momento all'altro. Non mancano, invece, le bordate che arrivano dall'opposizione, dopo gli ultimi incontri tra i leader del centrodestra.
L'attacco della Lega - Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte "non ha i numeri, avrebbe già dovuto dare le dimissioni" - ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, rispondendo a chi gli parlava della possibilità che Conte salisse al Quirinale prima di giovedì. "Avrebbe già dovuto farlo - ha detto il leader del Carroccio - l'Italia non può rimanere immobile in attesa delle compravendita di senatori di notte in cambio di non si sa cosa. La posizione della Lega è chiara", ha aggiunto Salvini. "Io mi aspetto - ha precisato - che prevalgano buonsenso e amore per il Paese. In queste settimane lo spettacolo Conte, Renzi, Di Maio, Mastella, Zingaretti, Tabacci è stato squallido. Mi auguro che se non hanno i numeri per governare, si facciano da parte".
Il monito di Forza Italia - "La strada maestra è una sola - conferma anche il leader di Forza italia Silvio Berlusconi - rimettere alla saggezza politica e all'autorevolezza istituzionale del Capo dello Stato di indicare la soluzione della crisi, attraverso un nuovo governo che rappresenti l'unità sostanziale del Paese in un momento di emergenza oppure restituire la parola agli italiani". "Mi auguro - ha concluso Berlusconi - che il Presidente del Consiglio sia consapevole dell'ineludibilità di questa strada"