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Il sindaco meneghino si smarca dall'idea di serrata totale: "Ci sono persone che se non lavorano non arrivano a fine mese"
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Il sindaco di Milano, Beppe Sala, che quando era scoppiata l'emergenza coronavirus aveva detto che era "opportuno limitare la socialità" e non aveva mai preso le distanze con la Regione, ora si smarca dall'idea di serrata totale. E chiede al governo di "poter riaprire la città meneghina". "Ho sentito il premier Conte e l'ho invitato a rendersi conto di persona della nostra situazione", ha detto a La Repubblica.
"Milano a luci spente non piace a nessuno, che sia una città riaperta al più presto nel rispetto della sanità pubblica", ha aggiunto il primo cittadino. Dello stesso parere anche il governatore del Piemonte Cirio e quello dell'Emilia-Romagna Bonaccini.
In particolare Sala ha parlato anche con il ministro dell'Economia Gualtieri e dei Beni culturali Franceschini: "Ai ministri, ho chiesto rispettivamente un supporto economico e la riapertura della città a partire dai musei, la cultura è vita".
Un occhio di riguardo va ai piccoli imprenditori: "Ci sono persone che se non lavorano non arrivano a fine mese ed è a queste che deve pensare il sindaco di una città, se la vuole solida, attiva e internazionale come è la nostra", ha concluso. Da lunedì, quindi, si prospetta il ritorno alla normalità.