Vittorio Colao nominato a capo della task force per la ripartenza. Il premier sprona Bruxelles a fare di più: "Servono 1.500 miliardi"
"Proroghiamo le misure restrittive fino al 3 maggio, una decisione difficile ma necessaria di cui mi assumo tutte le responsabilità politiche". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte annunciando il nuovo dpcm. Riaprono però librerie, cartolibrerie e negozi per bambini e alcune altre attività produttive quali quelle forestali. "Non possiamo vanificare gli sforzi sin qui fatti": si rischierebbe "un aumento dei decessi e delle vittime".
Il presidente del Consiglio mette dunque nero su bianco quello che era ormai chiaro a tutti gli italiani e che gli scienziati vanno ripetendo da giorni: non ci sono ancora le condizioni per riaprire il Paese. Ma Conte, nel chiedere un ulteriore sacrifico agli italiani, cerca anche di guardare avanti: "Prometto che se anche prima del 3 maggio si verificassero le condizioni, cercheremo di provvedere di conseguenza" con ulteriori riaperture e concessioni.
La task force per la Fase 2 Non solo. Da domani sarà operativa la task force che si dovrà occupare di 'pensare' la Fase 2, vale a dire come ricostruire l'Italia nei mesi a venire visto che per lungo tempo dovremo convivere con il Covid 19, in attesa che arrivi il vaccino. "Non possiamo aspettare che il virus sparisca. Dobbiamo ripensare le nostre organizzazioni di vita" e per farlo, spiega Conte, "servirà un programma articolato e organico su due pilastri: un gruppo di lavoro di esperti e il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro".
Vittorio Colao alla guida della task force Al secondo sta lavorando l'Inail, che ha già predisposto una mappa con tre livelli di rischio e le corrispettive categorie lavorative: ristoranti, bar, scuole, cinema, teatri, parrucchieri, ad esempio, sono tutte attività a rischio massimo. Il primo, di pilastro, è invece nelle mani di Vittorio Colao, l'ex amministratore delegato di Vodafone che sarà alla guida della task force composta da giuristi, economisti ed esperti di alto livello chiamati ad un compito tutt'altro che semplice: trovare le "ricette" per trascinare l'Italia fuori dalla crisi determinata dal coronavirus.
Conte: "Servono Eurobond" Quanto alle misure economiche a livello europeo Conte ha spiegato che "servono gli Eurobond e servono subito". Altrimenti l'Italia "non firmerà" nessun accordo in Ue. L'Ue deve mettere sul piatto "almeno 1.500 miliardi" e un fondo finanziato da uno strumento con gli Eurobond, perché serve "una potenza di fuoco proporzionata alle risorse di un'economia di guerra". Su questo Conte promette battaglia.
Conte: "Sul Mes Salvini e Meloni dicono menzogne" E dà battaglia, contro Matteo Salvini e Giorgia Meloni che lo accusano di aver aperto al Mes, il tanto vituperato fondo salva Stati: "Non è attivato alcun fondo. Sono falsi e irresponsabili e ci indeboliscono in Ue", dice chiamandoli per nome in diretta tv. "Il Mes - spiega quindi Conte - esiste dal 2012, non è stato attivato la scorsa notte come falsamente è stato dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni".
"Questo governo non lavora col favore delle tenebre, se ha proposte da fare le fa a tutti gli italiani, con le menzogne non si indebolisce la mia figura ma la forza dell'Italia al tavolo delle trattative". Conte ricorda che fu proprio il centrodestra ad accettare, nel 2011, l'introduzione in Europa di questo strumento, poi votato dal Parlamento nel 2012, anche con i voti del Pdl. Ma il premier assicura che l'Italia non ha bisogno del Mes, né lo ha chiesto: "Sono stati altri Paesi e noi ne abbiamo discusso. A noi non serve, è uno strumento inadeguato". L'obiettivo è ottenere gli eurobond, per i quali "lotteremo", tant'é che nelle conclusioni dell'Eurogruppo "c'è un intero paragrafo destinato ad accogliere la prospettiva".
© Ansa
© Ansa