Si parla anche di una 'dote' per Cdp per la capitalizzazione delle imprese e il sostegno alle attività, che potrebbe arrivare a circa 50 miliardi. Nel 2020, secondo gli esperti, il Pil si attesterà a -8% e al +4,7% nel 2021, mentre il deficit arriverà al 10,4%
Una maximanovra per fronteggiare l'emergenza coronavirus che muoverà circa 150 miliardi. E' l'ipotesi allo studio del governo per il nuovo decreto di aprile. L'intervento conterà su 55 miliardi di deficit e su una serie di stanziamenti che non incidono sull'indebitamento. Tra le misure circa 12 miliardi che serviranno per i pagamenti dei debiti della P.a. e 30 miliardi a copertura delle garanzie sulla liquidità.
Si parla anche di una 'dote' per Cdp per la capitalizzazione delle imprese e il sostegno alle attività, che potrebbe arrivare a circa 50 miliardi. Ma a farla da padrone sono i numeri ipotizzati dal governo.
Nel 2020, secondo gli esperti, il Pil si attesterà a -8% e al +4,7% nel 2021, mentre il deficit arriverà al 10,4% "tenuto conto dell’impatto finanziario del decreto con le misure urgenti di rilancio economico" e al "5,7% nel 2021. Secondo le previsioni del governo il debito pubblico salirà al 155,7% a fine anno e al 152,7% a fine 2021.
Il governo darà via libera ad un nuovo scostamento di bilancio (55 miliardi per il 2020 e 24,6 miliardi sul 2021): risorse che serviranno ad alimentare le misure previste dal decreto aprile che destinerà dieci miliardi alle imprese (la platea dovrebbe essere quella delle piccole Srl sotto i dieci dipendenti) e 13 miliardi agli ammortizzatori. Nel provvedimento si dovrebbero destinare ulteriori 12 miliardi per anticipare alle imprese creditrici i pagamenti.
Per le nuove misure da mettere in campo il governo si starebbe apprestando, secondo la bozza del Def, a chiedere al Parlamento uno scostamento dagli obiettivi di deficit fino a 55 miliardi in termini di indebitamento netto (pari a circa 3,3 punti percentuali di Pil) per il 2020 e 24,6 miliardi a valere sul 2021 (1,4% del Pil).
Def, bozza: nel 2020 la pressione fiscale salirà al 42,5% del PilLa pressione fiscale salirà lievemente nel 2020 al 42,5% del Pil, e ulteriormente nel 2021 al 43,3%. E' quanto si legge nella bozza del Def. Al netto della misura riguardante l'erogazione del beneficio degli 80 euro mensili, innalzato a 100 euro per i soggetti con reddito complessivo lordo non superiore a 28mila euro, la pressione fiscale passerebbe dal 41,9% del 2019 al 42,5% nel 2021.