Un emendamento firmato FdI prevede la "buona fede" fino a prova contraria, con l'eccezione del caso di dolo. La modifica è stata approvata dalle commissioni Affari costituzionali e Giustizia alla Camera
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La proposta di legge sulla riforma della Corte dei conti estenderà lo scudo ai politici "presumendo fino a prova contraria" la buona fede della categoria, a tutti i livelli, a partire da quelli locali, nella firma di atti. Prevista l'eccezione per i soli casi di dolo, secondo quanto prevede un emendamento approvato nei giorni scorsi. Secondo il testo passato, la "buona fede" riguarda i politici nel caso in cui adottino atti "vistati o sottoscritti dai responsabili degli uffici tecnici o amministrativi, in assenza di pareri formali, interni o esterni di contrario avviso". La proposta di modifica approvata era stata firmato da Augusta Montaruli e Luca Sbardella in relazione alla pdl, ora in discussione nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia alla Camera.
Ad anticipare la notizia sull'emendamento sono stati il "Sole 42 ore" e il "Fatto quotidiano. Con l'emendamento viene dunque rafforzato lo scudo già previsto dalla legge sulla responsabilità di atti di competenza degli uffici.