intervista al corriere

Cossiga, la figlia Anna Maria: "Per lui Mambro e Fioravanti erano innocenti"

La saggista e docente di antropologia culturale e geopolitica ricorda il padre: "Babbo era bipolare, parlava di un omino bianco e uno nero dentro di lui. Soffrì tantissimo per Moro".

05 Feb 2024 - 09:24
Il leader dell'Urss Mikhail Gorbaciov, la moglie Raissa e il presidente della Repubblica Francesco Cossiga © ufficio-stampa

Il leader dell'Urss Mikhail Gorbaciov, la moglie Raissa e il presidente della Repubblica Francesco Cossiga © ufficio-stampa

Anna Maria Cossiga, figlia dell'ex presidente della Repubblica Francesco morto nel 2010,  racconta del padre intimo, con la sua educazione rigida e severa e del padre "politico" con le sue convinzioni. Tra queste, quella dell'innocenza di Francesca Mambro e Giusva Fioravanti, membri dell'organizzazione terroristica neofascista Nar (Nuclei armati rivoluzionari), condannati dalla Cassazione in via definitiva nel 1995 per la strage di Bologna. "Una volta li trovai in salotto che prendevano il te' - racconta la figlia di Cossiga in una lunga intervista al Corriere della sera - . Rimasi basita. Ma lui mi disse: Figlia mia, per la strage di Bologna sono innocenti". 

L'ammirazione per Aldo Moro - Tra tutti i politici, forse, Aldo Moro era l'unico al quale Cossiga era profondamente legato. "Il maestro di politica - ricorda la figlia - Aveva per lui grande ammirazione e grande affetto". Anna Maria ricorda i giorni del rapimento, fino alla scoperta della morte: "Si decise di anteporre lo Stato. Lui era d’accordo, ma fu un colpo terribile. Subito gli venne questo ciuffo di capelli bianchi...Babbo non c’era quasi mai. Ne parlammo poco. Quando giunse la notizia dell’assassinio ne soffrì enormemente. Ogni tanto ripeteva: “L’ho ucciso io”. E non nel sonno, com’è stato scritto. Da sveglio".

I rapporti con gli altri politici, da Berlinguer ad Andreotti, fino a Berlusconi -  Nella lunga intervista la figlia di Cossiga racconta dei rapporti del padre con i politici del tempo, da Berlinguer, con cui aveva "una frequentazione tra politici, non tra parenti. Berlinguer non me l'ha mai presentato, con mio grande dispiacere", fino a Giulio Andreotti con cui il rapporto era "un po' freddo. Quando poi finì sotto processo, babbo lo difese a viso aperto. Era certo che le accuse fossero del tutto infondate". E Berlusconi? "Babbo lo trovava irresistibilmente simpatico, ma non era il suo tipo di politico. Non l’ha mai votato. Mio fratello invece andò in Parlamento con Forza Italia".

L'antifascismo di Cossiga -  Il fascismo "lo considerava il male assoluto. Veniva da una famiglia fortemente antifascista". Ma era sionista. "Con Israele sino alla morte . ricorda al figlia - Anch’io ero abbastanza filoisraeliana. Mio fratello invece era filopalestinese".

La depressione - "Curava la depressione. Era bipolare. Lui stesso parlava dell’omino bianco — gioioso, allegro — e dell’omino nero, che vedeva tutto negativo. È una delle tante cose che ha passato anche a me, anche se in forma più leggera. Ma mi ha insegnato anche a non vergognarmi di avere un disagio psicologico".

Un papà severo - "Era molto severo . ricorda Anna Maria -  Un po’ rigido. Non dovete pensare al picconatore, o al presidente emerito, giocoso e allegro. Da giovane era molto serio. Prima di andare al cinema controllava il giudizio di Famiglia Cristiana. Noi volevamo vedere American Graffiti...". Ma non mai picchiato i suoi figli. "Ricordo una sculacciata a mio fratello e una sculacciata a me. Ero a casa di nonna Anna e facevo i capricci perché non volevo venire via con babbo..." "Ci faceva disegnare le bandiere di tutti i Paesi, per prima quella del Regno Unito, così complicata, ma anche degli Stati africani. Poi ci insegnava gli inni nazionali, bofonchiando. Non l’ho mai sentito cantare in vita mia. Però adorava ascoltare l’inno della brigata Sassari. Muoveva le braccia come per dirigerlo ed era felicissimo".

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