Salvini: "Sento toni simili tra Pd e M5s". Su una possibile alleanza con i Dem, durissima la replica dei pentastellati al leader leghista: "Di Maio-Renzi? Inventane un'altra"
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Il giorno dopo l'avvio della crisi, è già piena campagna elettorale. Matteo Salvini teme un "inciucio" fra Pd e M5s e presenta la mozione di sfiducia al premier al Senato. Conte risponde chiedendo ai presidenti delle Camere di poter intervenire con sue comunicazioni che potrebbero, teoricamente, troncare il dibattito parlamentare sul nascere qualora il presidente del Consiglio annunciasse la sua intenzione di recarsi al Colle per dimettersi.
M5s a Salvini: "Giullare" - E' guerra dei nervi, dunque, nella ex maggioranza con i pentastellati che di fronte all'ipotesi di "inciucio" rispondono al ministro dell'Interno dandogli del "giullare" e del traditore, accusandolo di aver accelerato la rottura per evitare l'approvazione della legge sul taglio dei parlamentari.
I tempi della crisi - Il primo tempo della partita si giocherà lunedì, nella riunione dei capigruppo del Senato. Si decideranno lì i tempi e i modi dell'apertura formale della crisi. Matteo Salvini, contando di aver bruciato sul tempo la richiesta di Conte di riferire alle Camere, chiede che si voti prima la sua mozione di sfiducia: nel caso di comunicazioni il premier prenderebbe la parola per primo (e poi potrebbe scegliere di andare a dimettersi), nell'altro caso sarebbe Salvini ad aprire le danze. E mentre gli uffici studiano, nei contatti informali tra i gruppi spunta l'idea di convocare le Camere tra il 19 e il 20 agosto, date che lasciano aperta la possibilità che si voti a fine ottobre (la Lega vorrebbe il 13, più probabile il 27).
In ogni caso, secondo fonti M5s, Conte starebbe valutando di comunicare al capo dello Stato di non avere intenzione di continuare a gestire il governo, sia pure per l'ordinaria amministrazione: questa mossa aprirebbe la strada a un governo di garanzia per traghettare il Paese al voto e sbarrerebbe a Salvini la possibilità di gestire le elezioni dal Viminale.
Il premier preferirebbe, ragionano fonti parlamentari, presentarsi alle Camere solo dopo impegni istituzionali come il G7 che si aprirà a Biarritz il 24 agosto e dopo aver comunicato all'Ue il nome del commissario italiano, che a questo punto sarebbe di sua diretta indicazione. Ma la Lega preme per far presto e anche se non otterrà di votare già questa settimana (difficile convocare i parlamentari ad horas, anche considerato che il 14 agosto ci sono a Genova le celebrazioni per l'anniversario del ponte Morandi), la convinzione è che non si andrà molto oltre il 20.
M5s: "Avanti con taglio parlamentari", Pd: "Votiamo mozione sfiducia a Salvini" - Ma i pentastellati rilanciano: approviamo subito in via definitiva la sforbiciata alla poltrone. L'intenzione del partito di Di Maio è quella di chiedere la convocazione straordinaria della Camera per votare la riforma prima della discussione al Senato sulla mozione di sfiducia. E allora anche il Pd ci prova: votiamo anche la mozione di sfiducia a Matteo Salvini, quella che i Dem hanno depositato tempo fa sui sospetti fondi russi alla Lega.
Salvini: "Inciucio Renzi-Di Maio" - Salvini guarda con sospetto a queste sfide, a questa convergenza di attacchi. Prima attacca: sono solo stratagemmi per non andare a votare, visto che "tanta gente ha paura di non essere rieletta". Poi evoca lo spetto degli "inciuci", dei governi tecnici. "Sento che ci sono toni simili tra Pd e M5S - dice - Sarebbe incredibile un governo Renzi-Di Maio. Sarebbe un governo inaccettabile per la democrazia".
Chiamati in causa, Cinque stelle e democratici negano alleanze segrete, piani sotterranei. I primi gli danno del traditore, mentre Zingaretti sentenzia: "Il populismo al governo ha fallito", per questo la sfida delle elezioni "non è persa. Ci saranno due alternative: la Lega o il Pd". L'ex premier Matteo Renzi replica da Facebook: "Caro Salvini, meno mojiti, più camomille".
Salvini si "candida" premier: "Datemi pieni poteri" - Il leader della Lega ha fretta di andare a elezioni, di mettere a reddito il malloppo di consenso elettorale accumulato in questi mesi di governo. Sarà candidato premier, vuole che gli italiani gli diano "pieni poteri". Ha anche accarezzato l'idea di far correre la Lega senza alleati, e di vedere come va, per guardarsi attorno dopo le elezioni, nel caso in cui non possa fare da sola. I compagni di viaggio "naturali" sono FI e FdI.
Meloni e Berlusconi vogliono eventuale accordo prima del voto -Gli azzurri stanno facendo i conti con la diaspora di Giovanni Toti. Il governatore della Liguria ha già annunciato che il simbolo del suo movimento, "Cambiamo", sarà sulla scheda elettorale. FdI si fa forte degli esiti delle ultime tornate elettorali. Così Giorgia Meloni avverte Salvini. "Noi le alleanze le facciamo prima del voto e non dopo. Non avrebbe molto senso rischiare di fare un altro governo con un gioco di palazzo dopo il voto, piuttosto che un'alleanza che gli italiani invocano da mesi". Sulla stessa lunghezza d'onda anche Silvio Berlusconi: "Non facciamo perdere al Paese altro tempo e sottoscriviamo un accordo prima del voto per regalare un nuovo sogno agli italiani".
In serata Salvini sembra aprire: "Non si è deciso se correremo da soli. Abbiamo un'idea di Italia per i prossimi cinque anni che sottoporremo a chi la condivide con noi".