Mario Draghi: "La richiesta è dovuta al fatto di voler porre un punto fermo e le modifiche devono essere condivise"
Il Consiglio dei ministri, all'unanimità, ha autorizzato il governo a porre la fiducia sulla riforma della Giustizia penale. A chiedere l'autorizzazione è stato il premier Mario Draghi. "La richiesta è dovuta al fatto di voler porre un punto fermo. Le modifiche devono essere condivise e di carattere tecnico, che non stravolgano l'impianto. Da parte del governo c'è la massima buona volontà", spiega Draghi.
Gli emendamenti, ricorda il presidente del Consiglio, "sono stati presentati non solo da una parte ma anche da altre parti e anche l'interlocuzione con la maggioranza ha arricchito la discussione".
"La fiducia non è una minaccia per le elezioni" - Chiedere la fiducia "può avere delle conseguenze diverse prima del semestre bianco o durante il semestre bianco, ma la diversità è molto sopravvalutata", prosegue Draghi. "Chiederla cinque o sei giorni prima è come chiederla durante, perché i tempi per organizzare una consultazione elettorale non ci sarebbero comunque. Una riforma come quella della giustizia deve essere condivisa, ma non è giusto minacciare un evento, la consultazione elettorale, se non la sia approva".
"Chiariamo: nessuno vuole l'impunità" - La riforma della giustizia non creerà "sacche di impunità", rispondendo a chi gli citava i timori espressi da Giuseppe Conte. "Nessuno vuole sacche di impunità, intendiamoci. Nessuno vuole stabilire soglie di impunità: processo rapido e tutti i colpevoli puniti, nessuno è a favore dell'uso della dilazione dei tempi, pratiche che c'erano anni fa. Giusto per mettere in chiaro da quale parte stiamo".
Cartabia: "Tema ineludibile, grave la durata dei processi" - In conferenza stampa interviene anche il ministro Cartabia, secondo cui il tema affrontato dalla riforma della giustizia è "difficile ma ineludibile, il problema della durata dei processi è grave in Italia".
"Al lavoro perché si rientri nei tempi" - "Questa riforma non è la riforma della prescrizione, ma la riforma complessiva del sistema giustizia che ha lo scopo di abbreviare i processi lunghi ed evitare impunità", ribadisce il ministro della Giustizia. Il governo "ha messo in campo risorse umane, digitalizzazione, riforma organizzativa e processuale, non si può guardare il singolo effetto che può avere quel termine che è assolutamente raggiungibile nella stragrande maggioranza delle corti d'appello. Stiamo lavorando per fare in modo che nessuno possa dire non ce la faccio in tempo".
"E' un grosso investimento dello Stato, non accadeva da tempo" - "Siamo di fronte a un intervento in giustizia che è un investimento grosso da parte dello Stato, non accadeva da tempo", sottolinea ancora Cartabia.