a 50 euro a contatto

Da Mattarella a Meloni, venduti sul web i numeri di telefono  dei vertici dello Stato

Indaga il pm di Roma dopo la denuncia di un informatico. Il caso finisce al Copasir ma si muove anche il Garante della Privacy

08 Apr 2025 - 19:56
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La Procura di Roma sta cercando di far luce sul caso emerso dalla denuncia di un informatico che ha rivelato come su piattaforme online siano presenti i numeri di telefono personali delle massime cariche dello Stato, a cominciare da quelli di Sergio Mattarella e di Giorgia Meloni. I contatti sarebbero in vendita a 50 euro l'uno. Su questa attività vuole vederci chiaro anche il Copasir, che chiederà informazioni sulla vicenda. I pm di piazzale Clodio, intanto, hanno avviato un procedimento, coordinato dal procuratore capo Francesco Lo Voi, al momento senza indagati o ipotesi di reato. Istruttoria aperta anche dal Garante per la privacy.

L'inchiesta parte dalla denuncia di un informatico

 A svelare il meccanismo, che potrebbe avere vari profili di illiceità, è stato l'esperto di informatica Andrea Mavilla. Secondo quanto accertato per poche decine di euro è possibile ottenere, online, le utenze telefoniche di ministri e personalità pubbliche. E anche utenze private.

Online sarebbero accessibili anche i numeri del capo del Viminale, Matteo Piantedosi, o del numero uno della Difesa, Guido Crosetto. Secondo Mavilla per arrivare a questi dati sensibili non è necessario effettuare accessi nel dark web o in strutture particolarmente complesse, ma bastano semplici ricerche nel web.

Sono almeno otto le piattaforme dalle quali è possibile ottenere questo tipo di dati e informazioni. Si tratta dei cosiddetti portali di lead generation, aree online progettate per raccogliere contatti qualificati (lead) interessati a determinati prodotti o servizi, che poi vengono trasmessi o venduti ad aziende che vogliono entrare in contatto con quei potenziali clienti.

In Procura è arrivata una prima informativa del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic) della Polizia Postale. Gli inquirenti, in questa primissima fase, stanno cercando di risalire a possibili soggetti eventualmente collegati ad aziende che avrebbero raccolto i dati, per capire la liceità dell'acquisizione delle informazioni personali.

Indaga anche il Garante della privacy

 Sulla vicenda - anticipata da Il Fatto Quotidiano - è al lavoro anche il Garante della privacy, che ha aperto un'istruttoria. L'Authority ha aperto il fascicolo inviando una richiesta di informazioni a 'Lusha Systems', una società statunitense che offre alle aziende informazioni "arricchite" per trovare o verificare, tra gli altri, indirizzi e-mail e numeri di telefono fisso e mobile.

La società ha nel suo core business la vendita di recapiti anche telefonici di dubbia provenienza anche di persone che vivono in Italia, inclusi quelli di rappresentanti di spicco delle Istituzioni.

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