Risposte e controrepliche serrate tra Lega e Forza Italia sull'atteggiamento da tenere nei confronti della nuova amministrazione americana dopo lo scontro con Zelensky. Meloni invoca il dialogo. Opposizioni sul piede di guerra
Ad accendere la miccia politica nel dibattito interno è stato il leader della Lega, Matteo Salvini. Appena terminato lo scontro senza precedenti tra Trump e Zelensky il leader della Lega non ha avuto dubbi sulla posizione da prendere e con chi schierarsi: "Basta con questa guerra, forza Trump” ha scritto sui social allegando uno spezzone del video in cui Trump dice a Zelensky: "Stai giocando d’azzardo con la terza guerra mondiale”.
Mentre il presidente ucraino incassava il sostegno e la solidarietà dell'Europa tutta (eccezion fatta per il leader dell'Ungheria Orban) in Italia il dibattito si è acceso anche tra alleati. Botta e risposta tra Lega e Forza Italia in un giro di repliche e controrepliche serrate. L'interrogativo su come muoversi con la nuova amministrazione americana, che spara alto e poi abbassa (ma sempre molto poco) le pretese, resta al centro degli incontri internazionali e condiziona anche dibattito interno alla maggioranza.
A stretto giro, la risposta di Forza Italia alla Lega - Il partito ha da subito cercato di abbassare i toni, prima con il vicepremier Tajani e poi con Raffaele Nevi: "Dobbiamo cercare di mantenere la calma, essere molto attenti e responsabili .Ognuno esprime le sue posizioni, Matteo Salvini ad esempio lo sappiamo bene, da tempo è molto affascinato da Trump, ma al di là di tutto, noi dobbiamo costruire le condizioni affinché quello che sta accadendo non sfoci in una nuova tensione tra Ue e Usa".
Dura la controreplica della Lega - "La calma invocata da Forza Italia è impersonata dalla loro cara Ursula von der Leyen che sta portando l'Italia e l'intera Europa nel burrone. Trump sta imponendo un cambiamento epocale, se noi stiamo ad aspettare Macron e compagnia, imprese e famiglie italiane ne pagheranno il conto. L'Ue nata come sogno ormai é una gabbia di vincoli, regole assurde, tasse e divieti. Evviva la Libertà, evviva Trump", scrive il deputato e responsabile del dipartimento Esteri della Lega, Paolo Formentini ma l'ultima parola è del ministro Salvini: "Dopo tre anni di guerra e centinaia di migliaia di morti, è giunta l'ora della pace. E se a Bruxelles qualcuno ancora usa toni bellici, come quasi tutti i giornalisti italiani, l'Italia ha il diritto e il dovere di lavorare, insieme agli Stati Uniti e a tutti quelli che con tenacia e coraggio cercano di evitare una Terza guerra mondiale, per restituire ai nostri figli un futuro di pace e prosperità".
Il messaggio della premier Meloni - Nelle scorse ore la stessa premier Meloni ha invocato dialogo e unità e da subito ha chiesto un vertice tra l'Ue e gli Usa: "Ogni divisione dell'Occidente ci rende tutti più deboli e favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà. Non del suo potere o della sua influenza, ma dei principi che l'hanno fondata, primo fra tutti la libertà. Una divisione non converrebbe a nessuno". E' necessario - ha continuato - un immediato vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati per parlare in modo franco di come intendiamo affrontare le grandi sfide di oggi, a partire dall'Ucraina, che insieme abbiamo difeso in questi anni, e di quelle che saremo chiamati ad affrontare in futuro. È la proposta che l'Italia intende fare ai suoi partner nelle prossime ore".
Opposizioni sul piede di guerra - Dichiarazioni del presidente del Consiglio che non sono bastate alle opposizioni che unite hanno scritto a Fontana e La Russa, rispettivamente presidenti di Camera e Senato, chiedendo che "Meloni venga in Aula a riferire" sulla crisi diplomatica in atto. Netta la posizione del Pd che attacca il governo chiedendo chiarezza: "Meloni venga a riferire in Parlamento. Non può continuare a nascondersi e a scansare la questione di fondo: dove colloca l'Italia nel mondo in questo drammatico frangente? Basta video e comunicazioni tardive, venga in Parlamento già prima del vertice europeo straordinario del 6 marzo"