norme più stringenti

Ddl concretezza, primo ok alle impronte digitali per il controllo delle presenze dei dipendenti della P.a.

Proteste da FdI: "Disegno di legge offensivo e regressivo". Critiche anche dal Pd: "Sbagliato pensare che siano tutti fannulloni". Esultano, invece, i 5 Stelle: "Passo avanti per rivoluzionare la macchina statale"

06 Dic 2018 - 15:38
 © ansa

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Il ddl sulla concretezza nella Pubblica amministrazione e la prevenzione dell'assenteismo, approvato dal Senato e in attesa di tornare alla Camera, introduce norme più stringenti per il controllo delle presenze nei luoghi di lavoro. La verifica, infatti, sarà effettuata attraverso la rilevazione delle impronte digitali e l'utilizzo di nuovi sistemi di videosorveglianza in sostituzione di quelli di rilevazione automatica delle presenze ora in uso.

Per quanto riguarda le assunzioni nella P.a., il provvedimento conferma il limite attualmente vigente. Le amministrazioni dovranno predisporre piani triennali di fabbisogno di personale, tenendo conto dell'esigenza di ricambio generazione, e potranno essere autorizzate all'avvio dei concorsi e relative assunzioni nel triennio 2019-2021.

Protestano i senatori di Fratelli d'Italia, tra cui Isabella Rauti che si dice "indignata" per un provvedimento che "prevede l'identificazione biometrica e di video sorveglianza. Si tratta quindi, di rilevare le impronte digitali dei dipendenti pubblici. Argomento offensivo e regressivo".

"Premesso che noi di FdI - sottolinea la Rauti - condividiamo da sempre la dichiarazione di guerra ai fannulloni e agli assenteisti, ma riteniamo che ci siano altri metodi utilizzabili. In più, nel disegno di legge non ci sono i numeri per stimare i costi, non si sa quanti apparecchi servirebbero, né quanto personale sarebbe da impiegare. Vengono enunciati dei principi, ma manca il metodo. E se si pensa, che tali controlli non sono previsti né per soggetti sottoposti a libertà vigilata o misure restrittive, né ad immigrati richiedenti asilo, mi sembra chiaro il paradosso. Azioni quindi volte a punire una maggioranza positiva e virtuosa invece di correggere una minoranza negativa".

Anche dal Pd giungono critiche al ddl concretezza. "Abbiamo votato con fierezza contro il disegno di legge, che introduce in 10mila enti della Pubblica amministrazione sistemi per il controllo della presenza attraverso le impronte digitali e dell'iride e impianti di videosorveglianza. Tutti i dipendenti della P.a., dalle scuole ai comuni ai ministeri, saranno sottoposti agli stessi controlli della Nasa. Sulla base del presupposto sbagliato che 3 milioni di lavoratori siano dei fannulloni, si lede il diritto alla protezione dei dati personali con un intervento invasivo e costoso", afferma la senatrice dem Annamaria Parente.

Esultano invece i 5 Stelle. "Con la trasformazione in legge del ddl concretezza - dice la senatrice M5s Silvia Vono - il governo del cambiamento fa un passo ulteriore verso quella rivoluzione della macchina statale che avevamo promesso ai cittadini italiani. Finalmente, attraverso sei articoli, dopo anni di proclami disattesi, consentiremo il vero rinnovamento e il ricambio generazionale di competenze della Pubblica Amministrazione, evitando gli sprechi investendo su tecnologia e merito. Lo abbiamo fatto in soli sei mesi e questo è solo l'inizio".

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