Il testo era stato approvato alla Camera nel 2023

Il ddl contro la maternità surrogata è legge: arriva l'ok del Senato

La "gestazione per altri" diventa illegale anche per chi vi ricorre all'estero. La rabbia delle opposizioni: "Provvedimento da Medioevo"; "è contro le famiglie arcobaleno"

17 Ott 2024 - 16:26

L'Aula di Palazzo Madama ha approvato con 84 sì, 58 no e nessun astenuto, il disegno di legge contro la maternità surrogata, anche se compiuta all'estero da cittadini italiani. Il provvedimento, che ha come prima firmataria la deputata di Fdi, Carolina Varchi, e che aveva ricevuto il via libera dalla Camera il 26 luglio 2023, diventa così definitivo. Le opposizioni, che hanno votato contro, parlano di testo "inutile", "incostituzionale", "da Medioevo" e "contro i bambini e le famiglie arcobaleno".

Reato universale

 Con il via libera del Senato, la "gestazione per altri" diventa di fatto un reato universale nel senso che le coppie italiane che faranno ricorso alla pratica nei Paesi in cui è consentita, saranno puniti comunque.

La storia della legge

 Il disegno di legge nasce dalla proposta della capogruppo di Fratelli d'Italia in Commissione Giustizia della Camera, Carolina Varchi, che venne approvata a Montecitorio nel luglio del 2023 con 166 sì, 109 no e 4 astenuti. Il testo Varchi, in realtà riprendeva quello presentato da Giorgia Meloni "nella precedente legislatura", come ha ricordato in Aula anche la senatrice di FdI, Domenica Spinelli.

Le sanzioni

 In Italia, la maternità surrogata è vietata già dal 2004. Ma ora, con questo ddl che diventa legge, i genitori che torneranno in Italia, dopo aver fatto ricorso alla pratica della "gestazione per altri", potranno essere incriminati e finire in carcere dai tre mesi ai due anni. Per non parlare della sanzione pecuniaria che potrà arrivare sino a un milione di euro.

Lega: "Legge nata per evitare che il divieto venga aggirato"

 "Con questo provvedimento - ha sottolineato il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo - vogliamo infatti evitare che il divieto previsto in Italia venga aggirato, andando all'estero per commissionare un bambino che poi viene riconosciuto nel nostro Paese".

Un solo articolo

 Il testo appena approvato è formato da un solo articolo che modifica la legge 40 del 2004 estendendo il reato all'estero. Durante la discussione in Commissione al Senato, mesi fa, la Lega tentò di proporre una stretta ulteriore presentando un emendamento che raddoppiava la multa e portava il carcere fino a 10 anni. Ma ci fu un dietrofront per l'obiezione del resto del centrodestra. La Lega inizialmente difese l'emendamento spiegando che era in linea con una sua proposta di legge che aveva presentato nella scorsa legislatura. Ma poi dovette rinunciare.

La protesta delle opposizioni

 L'opposizione compatta ha attaccato duramente, dentro e fuori l'Aula, il disegno di legge definendolo, come ha fatto la senatrice Elena Cattaneo, "un manifesto ideologico" a "danno delle famiglie" e dei "bambini". Il centrodestra, infatti, si sottolinea in Italia Viva, ha respinto anche l'emendamento presentato da Ivan Scalfarotto con il quale si chiedeva che "dall'attuazione" della legge non derivasse "un pregiudizio per i diritti e gli interessi del minore" garantendo "gli adempimenti previsti" per il "riconoscimento del rapporto filiale instauratosi con i genitori di fatto", ai quali "è attribuita la responsabilità genitoriale".

Roccella: "Oggi i diritti non sono stati negati ma riaffermati"

 "Chi si trincera dietro la retorica dei 'diritti' per giustificare la pratica dell'utero in affitto dovrebbe chiedersi perché invece ci sia una rete mondiale del femminismo che sostiene l'iniziativa dell'Italia e considera il nostro Paese un esempio da seguire dappertutto. Oggi con il voto del Parlamento italiano i diritti non sono stati negati, ma al contrario sono stati riaffermati e resi finalmente effettivi". Lo afferma il ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella dopo l'approvazione da parte del Senato del reato universale per la maternità surrogata.

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