L'approvazione del ddl scatena le polemiche dei 5 stelle (che parlano di "porcate") e dell'Anm. Mentre Matteo Renzi ribadisce: "Siamo tutti molto tranquilli sul fatto che si vota a scadenza naturale"
© ansa
C'è il via libera definitivo dell'Aula dellaCamera al disegno di legge che riforma il processo penale. Il testo è stato approvato a Montecitoriocon 267 voti a favore, 136 contrari e 24 astenuti. Tempi certi per l'azione penale, più garanzie per imputati e vittime, prescrizione lunga, limiti alle intercettazioni telefoniche: sono questi alcuni dei punti principali della nuova normativa.
Paolo Gentiloni va in pressing sui provvedimenti che ritiene fondamentali e incassa la fiducia al ddl penale alla Camera, ottenendo la maggioranza assoluta dell'Aula di Montecitorio (320 consensi, che diventano 267, contro 136 no, nella successiva votazione finale). L'approvazione del ddl scatena le polemiche dei 5 stelle (che parlano di "porcate") e dell'Anm. Mentre Matteo Renzi ribadisce: "Siamo tutti molto tranquilli sul fatto che si vota a scadenza naturale. Su questo non c'è più discussione".
Al Senato, intanto, arriva la fiducia sulla manovrina. E l'aria di attesa che si respira è decisamente diversa rispetto a quella di Montecitorio. In primo luogo perché Mdp non voterà. E ciò nonostante i 6 senatori di "Campo progressista" abbiano invece annunciato l'intenzione di dire sì al decreto. Il premier esprime soddisfazione per il successo odierno, ma intanto bersaniani e dalemiani aprono il fronte dei vaccini con il governo, e con Ap in particolare, presentando un ddl che contraddice il decreto Lorenzin.
"Varata riforma processo penale. Equilibrio e garanzie nelle procedure, pene severe per i reati più odiosi" ha scritto su Twitter Gentiloni. Questo provvedimento è stato uno dei più sofferti della legislatura: presentato alla Camera il 23 dicembre 2014 e approvato il 23 settembre 2015 in prima lettura, il testo del ministro Orlando è rimasto impantanato in Senato fino al 15 marzo 2017. Sulla fiducia di oggi non era d'accordo Ap, come ha ribadito Antonio Marotta, ma alla fine dal partito di Alfano sono mancati solo due voti (17 i si' e 7 'in missione' cioè assenti giustificati sui 26 totali). La fiducia è dunque passata con 320 favorevoli, 4 in più dei 316 che rappresentano la maggioranza assoluta alla Camera. Soglia non obbligatoria, ma indicativa dello stato di salute del governo. Al Senato, sulla manovrina, la musica potrebbe essere diversa. Infatti Mdp ha annunciato che negherà la fiducia sulla manovrina, anche se non voterà "no", limitandosi a uscire dall'Aula.
Così come sembrano intenzionati a fare molti senatori di FI. Senza i 16 parlamentari di Mdp il governo non raggiunge i 161 voti che costituiscono la maggioranza assoluta dell'Aula di Palazzo Madama e l' esecutivo rischierebbe se le opposizioni si presentassero a ranghi compatti, cosa che non avverrà. Il sì sotto "soglia 160" fotograferebbe semplicemente un governo di minoranza, almeno in Senato, in difficoltà numerica anche nelle commissioni dove è andato sotto (agli Esteri), ad esempio, proprio per il parere sulla manovrina. La quota di "sicurezza Politica potrebbe comunque essere "copnquistata" vista la decisione dei 6 di "Campo Progressista" di votare la fiducia. La situazione potrebbe ripetersi con il decreto Lorenzin sulle vaccinazioni che ha appena iniziato il suo iter in Commissione Sanità. Proprio oggi Mdp ha presentato un ddl a prima firma di Nerina Dirindin che va in direzione opposta: punta sull'adesione volontaria alle vaccinazione e abroga l'obbligo gia' previsto per i vaccini contro polio, tetano, difterite ed epatite B, mentre il decreto Lorenzin amplia l'obbligatorieta'.