Il disegno di legge tornerà in commissione non prima di sei mesi
Il ddl Zan si ferma in Senato: Palazzo Madama ha approvato la proposta di non passaggio all'esame degli articoli del testo. La cosiddetta "tagliola" presentata da Lega e Fdi ha ottenuto 154 voti favorevoli, 131 contrari, e due astenuti. La votazione, avvenuta a scrutinio segreto, è stata accolta da un applauso. Il disegno di legge, che reca misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per sesso, genere o disabilità, tornerà in commissione non prima di sei mesi.
I numeri in Senato "Noi ci aspettavamo 140 voti di chi era a favore del ddl e quindi contro la tagliola, ne mancano all'appello almeno 16", spiegano fonti dem al Senato. Ora il Pd cercherà di capire se i franchi tiratori siano dentro il partito o nell'area più allargata che ufficialmente era a favore del ddl Zan. Sono stati 288 i senatori presenti in Aula per il voto e 287 i votanti.
Da quanto risulta finora ai singoli gruppi su presenze e assenze, 2 senatori della Lega erano assenti sul totale di 64 e 3 gli assenti di Forza Italia rispetto al totale di 49. Si tratta di Niccolò Ghedini, Renato Schifani e Massimo Ferro.
Per Fratelli d'Italia, invece, presenti tutti i 21 senatori. Nel Pd si contano 2 assenze su 38, 4 nel gruppo di Italia viva su 16 e 2 tra gli scranni del M5s sul totale di 74. Per il gruppo delle Autonomie solo un'assenza su 8 senatori, così come per L'alternativa c'è (ex M5s, che sono oggi nel gruppo Misto): presenti 3 su 4. Tra i presenti di FI, c'è stato un voto in dissenso 'certo': è quello di Barbara Masini.
© Ansa
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Cosa succede ora La cosiddetta 'tagliola' è una procedura parlamentare che può condizionare di fatto la sorte di un provvedimento. E' prevista dall'articolo 96 del regolamento del Senato e, in sostanza, prevede che, conclusa la discussione di un provvedimento, non si proceda all'esame degli articoli e al voto degli emendamenti, come da prassi. Se la 'tagliola' viene approvata, il disegno di legge si arena perché a quel punto, fermandosi l'iter parlamentare, quella votazione corrisponde a una bocciatura del provvedimento. Di conseguenza si deve ricominciare da zero ma bisogna aspettare almeno 6 mesi, per una proposta di legge che, una volta depositata, deve essere calendarizzata da uno dei due rami del Parlamento per la discussione.
Scrutinio segreto, le richieste di Lega e FdI Nel caso del ddl Zan, Lega e FdI hanno anche chiesto che la votazione del non passaggio agli articoli venisse fatta a scrutinio segreto. Quest'ultima è una possibilità prevista dall'articolo 113 del regolamento di Palazzo Madama e che deve essere presentata da 20 senatori. La presidenza può accettare la richiesta, come è avvenuto oggi in Aula da parte della presidente Casellati.
La decisione della presidente Casellati E' stata proprio la richiesta del voto a scrutinio segreto ad accendere il dibattito in Senato. "Sono arrivate due richieste di votazione a scrutinio segreto riferite alle proposte di Lega e FdI di non passaggio agli articoli - ha detto la numero uno di Palazzo Madama, Elisabetta Casellati -. Il presidente ritiene ammissibili queste due richieste di votazione segreta in base al regolamento e in base ai precedenti".
Bagarre in Aula, Casellati "censura" Santangelo (M5s) - Presto in Aula è scoppiata la bagarre. "Vincenzo Santangelo lei è un maleducato, lei è ammonito", afferma la Casellati rivolta al senatore pentastellato. "In base al regolamento parla uno per gruppo, perciò il senatore Licheri non può parlare", visto che ha già parlato Perilli, insiste la numero uno del Senato replicando alle proteste degli esponenti del Movimento che chiedevano di intervenire. Le urla e i gesti però continuano: "Santangelo è censurato, tra poco la allontano dall'Aula. Non mi costringa, questi gesti li fa da altre parti, non qua dentro".
Zanda: "Col voto segreto, il ddl rischia di non vedere più la luce" - "Rispetto la decisione del presidente del Senato, ma dissento", fa sapere il senatore Luigi Zanda intervenendo in Aula. "Se il non passaggio agli articoli sarà bocciato, il ddl potrà proseguire il suo iter. Viceversa verrebbe definitivamente archiviato e non vedrà mai la luce".
Ronzulli: "La forzatura della sinistra danneggia chi chiede tutele" - "Difendere i diritti non significa scriversi in mano 'ddl Zan' a favore di telecamera e selfie", afferma invece Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato. "Avete voluto forzare i tempi, perché non vi interessa una buona legge, vi interessa 'fare qualcosa di sinistra'. Questo dimostra in tutta evidenza solo una cosa: a voi delle persone Lgbt, dei loro drammi personali e travagli interiori, degli insulti, delle minacce e delle violenze di cui sono vittima, non interessa assolutamente nulla".
Bellanova: "Sui diritti non si fa nessun gioco" - "Sui diritti non si fa nessun gioco", dichiara il presidente di Italia Viva, Teresa Bellanova. "Non ci si trincera nel segreto dell'urna. Ognuno si assuma la responsabilità di far sapere da che parte sta. No al voto segreto".