Il sostegno dei artisti al contestato disegno di legge contro lʼomotransfobia e la misoginia
Fedez, cantante © instagram
Dure critiche di Fedez alla richiesta del Vaticano al governo italiano di modificare il ddl Zan perché "viola il Concordato". "Il Vaticano che ha un debito stimato di 5 miliardi di euro su tasse immobiliari mai pagate dal 2005 ad oggi per le strutture a fini commerciali - scrive il cantante su Twitter - dice all’Italia 'guarda che con il ddl Zan stai violando il Concordato'". Dello stesso tono è Elodie: "Ringrazio i miei genitori che non mi hanno battezzata".
Fedez è un sostenitore, da tempo, del ddl Zan, il disegno di legge contro lʼomotransfobia e la misoginia. Anche Elodie, tramite Instagram stories, interviene sulla questione esprimendo il suo sostegno al ddl: “Oggi un ringraziamento speciale va ai miei genitori che non mi hanno battezzata, grazie".
Ma che cosa chiede la Santa Sede nella nota inviata all'Italia? "Alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica", fanno notare dal Vaticano.
I cattolici temono di non essere più liberi di esprimere le proprie opinioni. E fanno diversi esempi che vanno dalla didattica nelle scuole alla pastorale nelle chiese: un sacerdote, parlando di famiglia nel corso di un'omelia, potrebbe andare in contrasto con quanto prescritto dal provvedimento.
Il Concordato: accordo Italia-Vaticano Nel 1929 furono stipulati, tra il Regno d'Italia e la Santa Sede, i Patti Lateranensi che misero fine a importanti questioni tra le due parti, regolando diversi aspetti giuridici come l'insegnamento della religione cattolica o il riconoscimento della sovranità del Vaticano. Questi Patti (chiamati anche Concordato) furono rivisti nel 1984. E' proprio a questa intesa che fa riferimento il Vaticano nell'ambito delle polemiche sul ddl Zan.