Il ministro della Giustizia ha chiesto un incontro al capo dello Stato. Nordio incontra il premier Meloni fuori dall'aula: le opposizioni insorgono. Scontro anche sul tema delle detenute madri
Via libera della Camera al decreto carceri, approvato con 153 sì, 89 no e un astenuto ma a Montecitorio divampa la polemica. Mentre l'Aula votava il decreto, blindato dalla fiducia, il ministro Nordio era in riunione con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i sottosegretari Ostellari, Delmastro, Sisto e i presidenti delle Commissioni Giustizia di Senato e Camera Giulia Bongiorno e Ciro Maschio per fare il punto sui prossimi "passi da fare" per affrontare l'emergenza carceri che "resta una priorità". Mattarella promulga la legge.
Al termine del vertice, Nordio fa sapere di aver chiesto un incontro al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di voler proporre "modifiche alle norme sulla custodia cautelare". La sua idea è anche quella di proporre al Csm di potenziare la copertura di organico per la magistratura di sorveglianza e di prevedere che i detenuti tossicodipendenti scontino la pena in comunità. Come chiesto anche da FI con i suoi emendamenti al Senato. Le opposizione parlano di "sgarbo istituzionale" che "umilia" il Parlamento. "È l'ennesima presa in giro", "considerate il Parlamento un passacarte", è un "totale fallimento della maggioranza", sono le voci che si levano dai banchi di Pd, M5S, Avs, Azione e Iv. Nonostante il ministro si affretti a replicare che la riunione non rappresentava "alcuna sovrapposizione" con i lavori del Parlamento, le opposizioni protestano. "È estremamente allarmante che il giorno stesso in cui si licenzia in questo secondo ramo del Parlamento un provvedimento che dovrebbe mettere a posto la situazione nelle carceri, il Presidente del Consiglio senta la necessità di incontrare il ministro competente in materia e lo dichiari alla stampa. Chiediamo di capire quale sia il fatto nuovo che ha determinato questo incontro urgente, quale la situazione di allarme" dice in Aula il deputato del Movimento 5 Stelle Alfonso Colucci.
Quasi contemporaneamente le opposizioni chiamavano in causa il presidente Fontana per chiedere "l'immediata convocazione di una conferenza dei capigruppo" e definire "un'azione riparatoria" da parte del Guardasigilli. Passano pochi minuti e - ciò ben rende il clima caldissimo di questa serata di chiusura dei lavori parlamentari - il presidente della Camera interviene a sua volta con una nota che cerca di calmare gli animi. Nella nota ribadisce "la centralità del Parlamento, le cui prerogative devono essere garantite attraverso il confronto delle idee e l'assunzione delle responsabilità da parte di tutti i soggetti interessati".
Un altro nodo molto dibattuto è quello che riguarda il regime carcerario delle detenute madri. Al mattino infatti, in apertura della seduta, viene esaminato un ordine del giorno presentato dal Pd per evitare che i figli minori vivano in carcere con le madri. Il governo annuncia parere favorevole ma cambia idea dopo che il deputato del Pd Marco Lacarra rifiuta che l'odg venga firmato anche dalla deputata della Lega Simonetta Matone, con conseguenti proteste.
La discussione prosegue fino all'approvazione finale del decreto che prevede l’assunzione di mille nuovi agenti penitenziari tra il 2025 e il 2026, la semplificazione del procedimento per la concessione della liberazione anticipata, l'istituzione del Commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria, la creazione di un elenco delle strutture residenziali per l'accoglienza e il reinserimento sociale dei detenuti adulti, l'aumento del numero dei colloqui telefonici a disposizione dei detenuti.