I pestaggi nel carcere di Santa Maria Capua a Vetere
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Informativa della ministra della Giustizia sui pestaggi nel carcere di Santa maria Capua Vetere
I pestaggi nel carcere di Santa maria Capua Vetere non furono "una reazione ad rivolta ma una violenza a freddo". Lo ha detto la ministra della Giustizia Marta Cartabia riferendo alla Camera. Cartabia ha comunque difeso il corpo di polizia penitenziaria: "La pandemia ha esasperato tutti e le carceri italiane già vivono in condizioni difficili, occorre guardare in faccia ai problemi cronici dei nostri istituti penitenziari".
La ministra ha aggiunto che "occorre un'indagine ampia perché si conosca quello che é successo in tutte le carceri nell'ultimo anno" e ha annunciato che "una Commissione ispettiva del Dap visiterà tutti gli istituti penitenziari dove si sono verificati "i gravi eventi del marzo 2020", per valutare la correttezza degli interventi legati alle rivolte nelle carceri.
Nella sua informativa Cartabia ha sottolineato che "il carcere è lo specchio della nostra società ed è un pezzo di Repubblica che non possiamo rimuovere dal nostro sguardo e dalle nostre coscienze. Il sovraffollamento nelle carceri sta peggiorando".
Su quanto successo nel carcere, la ministra ha aggiunto che "le violenze e le umiliazioni inflitte ai detenuti sono una ferita gravissima alla dignità della persona, pietra angolare della nostra convivenza civile, come chiede la Costituzione, nata dalla storia di un popolo che ha conosciuto il disprezzo del valore della persona e si pone a scudo e difesa di tutti, specie di chi si trova in posizione di maggiore vulnerabilità. Anche l'uso della forza da parte di chi legittimamente lo detiene, sia sempre strumento di difesa, di difesa dei più deboli. Mai aggressione, mai violenza, mai sopruso. E mai sproporzionato".
Sull'indagine in corso Cartabia ha spiegato che "secondo quanto emerge dagli atti giudiziari, la perquisizione straordinaria del 6 aprile sarebbe stata disposta al di fuori dei casi consentiti dalla legge, eseguita senza alcun provvedimento del Direttore del Carcere di Santa Maria Capua Vetere - unico titolare del relativo potere - e senza rispettare le forme e la motivazione imposte dalla legge. Secondo il giudice, dunque, alla base della perquisizione straordinaria vi sarebbe stato un provvedimento dispositivo orale emanato a scopo dimostrativo, preventivo e satisfattivo, finalizzato a recuperare il controllo del carcere e appagare presunte aspettative del personale di Polizia Penitenziaria".
"Il giorno prima c'era stata una rivolta in carcere - ha spiegato -. Nella sua ordinanza, il gip riporta alcune intercettazioni ("Era il minimo segnale per riprendersi l'istituto") e ritiene che di fatto quella perquisizione non avesse 'alcuna intenzione di ricercare strumenti atti all'offesa ovvero altri oggetti non detenibili, ma, per la quasi totalità dei casi mera copertura fittizia per la consumazione di condotte violente, contrarie alla dignità e al pudore delle persone recluse'".
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